ospedale-lamezia-07-04-2018
1 aprile 2020

News Lamezia e lametino

Coronavirus Lamezia.Tribunale per i diritti del malato: «Vicenda Chiaravalle, punto di non ritorno della Sanità calabrese. Confidiamo nella Magistratura»


Nel pieno dell’emergenza coronavirus, all’indomani di una delle giornate più tragiche della Sanità calabrese, e all’alba di un’altra giornata che non si prospetta affatto semplice per cittadini e pazienti, noi volontari del Tribunale per i diritti del Malato di Lamezia, sodalizio che opera da quarant’anni sul territorio e che fin dall’inizio segue con attenzione l’evolversi dell’epidemia, intendiamo precisare alla stampa e a tutta la comunità quanto segue.

ESPRIMIAMO LA MASSIMA SOLIDARIETA’ e vicinanza ai pazienti della Rsa di Chiaravalle, a tutti i loro familiari, cordoglio per i defunti. Con grande tristezza e senso d’impotenza, siamo convinti che ieri la Sanità in Calabria è arrivata davvero ad un punto di non ritorno, con gli anziani nella struttura morti o ammalati e privi di cure, e che non trovano, neanche in queste ore, la giusta collocazione e assistenza, gli appelli disperati, rimpalli, dichiarazioni varie e dimissioni delle autorità preposte e gestire l’emergenza.

STIGMATIZZIAMO con tutte le nostre forze il comportamento di chi ha provocato tutto questo, e cioè solo ed esclusivamente la Regione Calabria, nelle persone della presidente e di tutti i suoi organi politico-istituzionali. In altri luoghi per molto meno ci sarebbero state dimissioni in massa, non solo quella del capo della Protezione Civile.

A noi è tutto molto chiaro. Da più di un mese in Regione sapevano quello che sarebbe successo, sapevano, esattamente come le altre regioni d’Italia, che avrebbero dovuto stilare il Piano sanitario d’emergenza, hanno avuto come tutti dal governo indicazioni e soldi da spendere e dal buon Dio anche tempo in più per organizzarsi rispetto alle regioni del Nord.
Abbiamo assistito invece, attoniti e preoccupati, a sceneggiate e crisi isteriche, annunci roboanti e decisioni assurde con relative marce indietro, improbabili denunce e dichiarazioni in tv anche nazionali; il 21 marzo la presidente Santelli ha annunciato in pompa magna 80 posti al Policlinico di Germaneto e che era in grado di gestire 1000 contagiati, tutto perfetto e sotto controllo.

Noi invece sapevamo bene che non era e non è così, sapevamo direttamente dai cittadini, lo abbiamo osservato direttamente o vissuto sulla nostra pelle che mancava e manca praticamente tutto nelle strutture ospedaliere, dalle mascherine all’abbigliamento alle attrezzature ai percorsi, che c’erano tanti problemi prima e adesso con l’epidemia ce ne sarebbero stati 100 volte di più. Lo sapevamo e abbiamo, da soli e con altre associazioni, contattato persone, lanciato appelli, inviato comunicati stampa per cercare soluzioni.

Tutto è caduto nel vuoto, mentre a Lamezia, così come nel resto della Calabria, il mostro invisibile veniva affrontato a mani nude da tutti, cittadini, medici, infermieri e anche sindaci e consiglieri comunali, con coraggio ma anche tanta paura e rischio personale. Il risultato è stato quello di ieri, 31 marzo, una data che non dimenticheremo. Pietà l’è morta. E quei vecchietti che non vuole nessuno perché nessun ospedale è stato messo nelle condizioni di accoglierli se non provocando altre tragedie, rimarranno sulla coscienza di tutti, anche di chi come noi ci ha provato a combattere anche questa volta contro la malapolitica e la malasanità in Calabria ed è stato sconfitto.

CONDANNIAMO moralmente la classe politica calabrese che a tutti i livelli, tranne pochi casi isolati, si è fatta notare per l’assordante silenzio delle scorse settimane ma anche per le dichiarazioni di ieri, fatte dai loro confortevoli salotti nel meschino tentativo di mettere il cappello agli eventi, proprio in uno dei momenti più drammatici della storia della nostra regione. Chiediamo loro, visto che non hanno vergogna, che almeno stessero zitti per non provocare ulteriori danni.

CONFIDIAMO a questo punto nell’intervento della Magistratura. Sappiamo che il caso della Domus Aurea di Chiaravalle arriverà a breve sulla scrivania del procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dopo la denuncia dei familiari di una paziente, senza dimenticare che l’ASP di Catanzaro è stata sciolta per mafia, così come l’ASP di Reggio.
INTANTO ALLA DOMUS AUREA ASPETTANO, E NOI ANCHE.


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