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26 marzo 2020

News

Coronavirus. L’indagine: il 43% di chi ha sintomi non si attiva, quasi 500 euro la perdita economica per famiglia


Abbiamo recepito le regole, ma c’è ancora chi le segue solo parzialmente. Anche in presenza di sintomi riconducibili a un’infezione da coronavirus, nel 43% dei casi si sceglie di non informare il medico o i numeri di assistenza. Ci sono poi le conseguenze economiche denunciate dalle famiglie italiane: una perdita media pari a 479 euro per nucleo familiare. Sono solo alcuni dei dati emersi dall’ultima indagine statistica che fotografa come stiamo percependo l’emergenza e che impatto ha sulle nostre emozioni.

A distanza di un mese dallo scoppio dell’emergenza coronavirus, abbiamo chiesto nuovamente agli italiani come stanno reagendo alla situazione sanitaria attuale. Abbiamo quindi intervistato tra il 18 e il 20 marzo oltre 1.000 cittadini per chiedere quali sono le loro percezioni, le sensazioni e le ricadute economiche dovute all’allarme Covid-19.
Il 10% segue ancora parzialmente le indicazioni

Le misure per limitare assembramenti ed evitare il più possibile gli spostamenti non necessari sembrano essere state finalmente recepite dalla maggior parte degli italiani, con le dovute eccezioni. Complessivamente il 90% del campione evita del tutto di uscire di casa, tranne che per bisogni primari o per esigenze lavorative. Le donne sono generalmente più ligie rispetto agli uomini: il 92% segue rigidamente questa indicazione, contro l’86% del campione maschile. Il 10% continua a non rispettare le indicazioni delle autorità e segue solo parzialmente le raccomandazioni di limitare le uscite non indispensabili.
Nessun allarme per il 43% di chi presenta sintomi

Ci siamo quindi concentrati sulle persone che hanno dichiarato condizioni di malessere potenzialmente riconducibili a un’infezione da coronavirus. Nel 43% dei casi, anche in presenza di almeno un sintomo associato come febbre, tosse o difficoltà respiratorie, si sceglie di non contattare il medico di famiglia, né il 1500 e neanche il 112. Il 46% si rivolge al medico di famiglia in presenza di un sintomo importante, l’8% chiama il numero di telefono dedicato al Covid-19 1500 e il 8% al numero di emergenza unico 112 (0 118). Dall’indagine emergono inoltre alcuni aspetti importanti che riguardano l’approccio con la quarantena. Solo il 30% di chi ha avuto almeno un sintomo riconducibile si è sottoposto a una quarantena volontaria.

Coronavirus: il 43% di chi ha sintomi non si attiva.
479 euro, la stima di perdita media per famiglia

Che impatto ha avuto il coronavirus sulle tasche delle famiglie italiane? Le stime parlano di una perdita media di 479 euro per nucleo familiare, per un totale complessivo di 12,3 miliardi euro volatilizzati. Il 50% del campione dichiara di aver subito ricadute economiche e una famiglia su dieci ha perso almeno mille euro di reddito da lavoro. C’è poi da considerare il disagio dovuto alla cancellazione di voli, prenotazioni in hotel ed eventi annullati o rimandati e non ancora rimborsati. Tra le voci che incidono maggiormente sulla perdita di denaro delle famiglie italiane troviamo al primo posto il reddito da lavoro (30%), la cancellazione di viaggi (18%), perdita di investimenti (15%) e l’annullamento di eventi culturali (10%) e sportivi (11%).

Coronavirus: il 43% di chi ha sintomi non si attiva.
Ansia, paura e noia: l’impatto sulle emozioni

Le misure di contenimento del contagio e la limitazione degli spostamenti hanno inciso anche sul nostro umore e sulle nostre emozioni. La situazione di emergenza è responsabile di episodi di ansia frequenti (per il 30% del campione), più comuni tra le donne piuttosto che tra gli uomini. La noia e la solitudine sono condizioni più sentite dai giovani e, nello specifico, dalle ragazze fino ai 25 anni di età. La situazione di emergenza sanitaria continua a suscitare panico: le donne dichiarano anche di avere più spesso paura, mentre tra gli uomini di più di 46 anni questa condizione è la meno frequente. Per il 20% del campione il coronavirus ha avuto un impatto negativo anche sulla qualità del sonno provocando disturbi frequenti.
di Roberto Usai (FONTE ALTROCONSUMO)


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