Emergenza coronavirus in Abruzzo e “situazione critica” nelle terapie intensive della Regione. A fare il quadro della difficile condizioni dei reparti di rianimazione in Abruzzo è Salvatore Maurizio Maggiore, docente di Anestesia e rianimazione all’università di Chieti e responsabile dell’Unità operativa complessa di anestesia e rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata della città abruzzese.
“La situazione delle terapie intensive nella Regione Abruzzo è critica, ormai da giorni. E anche a Chieti il problema è serio, con un tasso di occupazione dei letti molto alto. Siamo in difficoltà. La situazione in termini numerici è peggiore di marzo. Siamo davvero al limite. Rispetto a marzo – dice Maggiore all’Adnkronos Salute – siamo, più preparati, abbiamo più posti letto stabili, abbiamo più attrezzature. Ma i numeri sono davvero importanti. E rimane un problema sostanziale che è quello del personale, un problema preesistente che certo non si risolve in pochi mesi. Le difficoltà, purtroppo, ci sono tutte”. In particolare a Chieti “abbiamo 3 terapie intensive: una non Covid, una Covid da 8 posti letto, completamente riempita, e una nuova Covid, aperta da una settimana, da 11 posti letto che è anch’essa piena. Anche la disponibilità a livello regionale è molto limitata. Siamo al limite dal dover riconvertire completamente tutte le attività non Covid in Covid. La pressione è forte: apriamo dei posti ma si riempiono rapidamente“.
E “c’è sicuramente – aggiunge il medico – un tasso di ospedalizzazione alto. La pressione sui reparti di Medicina è elevata da giorni e, aumentando il numero di ricoverati per Covid, aumentano anche i casi gravi che richiedono il ricovero in terapia intensiva. Il quadro è serio“. Secondo Maggiore, “nel caso non si riesca a controllare il contagio, il numero di malati e i casi gravi rischiamo di trovarci in una condizione in cui le nostre capacità di assistenza verranno superate. E’ fondamentale che la situazione si inverta rapidamente”, ammonisce.