Un team di ricercatori dell’università di Tel Aviv in Israele ha isolato due anticorpi che neutralizzano tutti i ceppi conosciuti di Sars-CoV-2, incluso Omicron, con un’efficienza fino al 95%. Per gli autori della scoperta un trattamento mirato con anticorpi e la loro somministrazione in alte concentrazioni potrebbe servire come “efficace sostituto dei vaccini”, specialmente per le popolazioni a rischio e quelle con un sistema immunitario indebolito. La scenario da loro prospettato è che, utilizzando il trattamento con anticorpi, esista la possibilità di eliminare la necessità di ripetuti richiami vaccinali all’intera popolazione ogni volta che emerge una nuova variante.
Gli autori dello studio pubblicato su ‘Communications Biology’, rivista del gruppo Nature, hanno dimostrato che questi anticorpi isolati dal sistema immunitario dei guariti da Covid sono efficaci nel neutralizzare tutti i ceppi conosciuti del virus, comprese le varianti Delta e Omicron. Secondo i ricercatori, usarli come trattamento permetterebbe di rafforzare il sistema immunitario delle popolazioni a rischio. La ricerca è stata guidata da Natalia Freund e dagli studenti di dottorato Michael Mor e Ruofan Lee, del Dipartimento di microbiologia clinica e immunologia della Sackler Faculty of Medicine, ed è stata condotta in collaborazione con Ben Croker dell’Università della California a San Diego e Ye Xiang della Tsinghua University di Pechino. Allo studio hanno preso parte anche Meital Gal-Tanamy e Moshe Dessau dell’Università di Bar-Ilan.
Il lavoro è la prosecuzione di uno studio preliminare condotto nell’ottobre 2020, al culmine della crisi Covid. A quel tempo, Freund e colleghi avevano sequenziato tutte le cellule del sistema immunitario B dal sangue di persone guarite dal ceppo originario di Covid in Israele e avevano isolato 9 anticorpi prodotti dai pazienti. “In questo studio – spiega la scienziata – abbiamo dimostrato che altri due anticorpi, Tau-1109 e Tau-2310, legano la proteina Spike del virus in un’area diversa dalla regione in cui la maggior parte degli anticorpi era concentrata fino ad ora. Questi anticorpi, che erano meno efficaci nel neutralizzare il ceppo originale, sono in realtà molto efficaci nel neutralizzare le varianti Delta e Omicron”.
“Secondo i nostri risultati – prosegue Freund – l’efficacia del primo anticorpo, Tau-1109, contro Omicron è del 92% e contro Delta del 90%. Il secondo anticorpo, Tau-2310, neutralizza invece la variante Omicron con un’efficacia dell’84% e la variante Delta con un’efficacia del 97%”. Secondo l’esperta, questi risultati potrebbero essere correlati all’evoluzione del virus: “Gli anticorpi protagonisti dello studio, legandosi a un’altra regione della proteina Spike che per qualche ragione non subisce molte mutazioni, sono efficaci nel neutralizzare più varianti virali”.
Gli anticorpi, clonati nel laboratorio di Freund all’Università di Tel Aviv, sono stati inviati per un test finalizzato a verificarne l’efficacia contro virus vivi in colture di laboratorio all’University of California San Diego, e contro pseudovirus nei laboratori della Facoltà di medicina della Bar-Ilan in Galilea: i risultati sono stati identici e “ugualmente incoraggianti in entrambi i test”. Freund ritiene che gli anticorpi possano portare a una vera rivoluzione nella lotta contro Covid-19: “Per ragioni che non comprendiamo ancora del tutto, il livello di anticorpi contro Covid diminuisce significativamente dopo 3 mesi, motivo per cui vediamo persone infettarsi ancora e ancora, anche dopo essere state vaccinate tre volte”.
“A nostro avviso – conclude – il trattamento mirato con anticorpi e la loro somministrazione all’organismo in alte concentrazioni può servire specialmente per le popolazioni a rischio e quelle con un sistema immunitario indebolito. L’infezione può causare gravi malattie e sappiamo che fornire anticorpi nei primi giorni dopo il contagio può fermare la diffusione del virus. È quindi possibile che, utilizzando un trattamento di questo tipo efficace, non dovremo fare richiami all’intera popolazione ogni volta che è disponibile una nuova variante”.