Banche: Signorini (Bankitalia), ci sono pochissime 'Etruria
6 gennaio 2016

Prima pagina

Crisi bancarie. Le 10 cose che bisogna assolutamente sapere per evitare il Bail in


Dal primo gennaio 2016 è entrato in vigore in tutta Europa la direttiva Bank recovery and resolution che introduce regole nuove per gestire le crisi bancarie. La rivoluzione è copernicana perché non saranno più possibili salvataggi pubblici degli istituti a rischio crack: dal Bail out, ovvero dal metodo di «salvare l’istituto intervenendo dall’esterno» – con aiuti di Stato o nazionalizzazioni come è avvenuto in questi anni – si passa al Bail in ovvero la banca in difficoltà dovrà «salvarsi con gli strumenti (interni) a disposizione». In caso di fallimento in sostanza saranno chiamati a contribuire gli azionisti, gli obbligazionisti (chi ha sottoscritto bond subordinati, non garantiti) e i correntisti ma solo per la parte eccedente i 100 mila euro.

In realtà con il famigerato decreto salva-banche (Cassa di Ferrara, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti) abbiamo avuto un’anticipazione degli effetti del Bail in: 12 mila obbligazionisti hanno visto azzerarsi i loro investimenti e circa 100 mila azionisti si sono ritrovati dalla sera alla mattina carta straccia in mano. Ora, in caso di dissesto dell’istituto, saranno chiamati a ripianare le perdite anche i correntisti con liquidità superiore a 100 mila euro.

Per capire cosa si rischia e come evitare (o limitare) i danni in caso di crack bancario, ecco come funzionano le nuove regole:

1 Che significa Bail in?
In caso di dissesto la banca non potrà più contare sugli aiuti di Stato e quindi dal primo gennaio 2016 dovrà provvedere con mezzi propri risanare la situazione, in prima battuta vendendo le proprie attività. Se non sarà sufficiente dovrà chiamare in causa azionisti, obbligazionisti e correntisti.

2 Esiste una graduatoria del rischio?
I primi a essere chiamati a contribuire saranno gli azionisti (le azioni sono partecipazioni al capitale dell’impresa); poi i possessori di obbligazioni bancarie non garantite; infine, se non dovesse bastare, i proprietari dei depositi ma solo per la parte che supera i 100mila euro.

3 Chi rischia di più?
A nostro giudizio gli obbligazionisti non «coperti», ovvero i sottoscrittori di bond bancari subordinati non assistiti da garanzia: in Italia nel portafogli dei risparmiatori ci sono titoli di questo tipo per un ammontare di 270 miliardi. Non pochi. Quanti sottoscrittori sono a conoscenza del nuovo rischio che corrono in caso di Bail in? E in caso di nuova sottoscrizione, quali informazioni verranno date allo sportello?

4 Cos’è una covered bond?
È un’obbligazione che, in caso di fallimento della banca, rappresenta un credito privilegiato e assistito da una serie di coperture che l’emittente deve prevedere e accantonare proprio per «coprirla» dal rischio fallimento. A fronte di più garanzie, il rendimento è più basso.

5 Come si riconosce una covered bond?
Nel prospetto informativo o nel regolamento di emissione deve essere indicato che l’obbligazione è «covered». La normativa di riferimento che ha introdotto in Italia queste obbligazioni è l’articolo 7 bis della legge 30 aprile 1999, n. 130 introdotta dal decreto sulla competitività del maggio 2005.

6 Ma tutti i correntisti vengono chiamati a salvare la banca?
No. La normativa esclude i depositi fino a 100 mila euro, i covered bond e, tra l’altro, il contenuto nelle cassette di sicurezza.

7 I depositi fino a che cifra sono garantiti?
Fino a 100 mila euro dal Fondo interbancario di tutela dei depositi in attesa che ne venga costituito uno per l’Eurozona come chiede la Bce di Mario Draghi. Fino al maggio 2011, la cifra «coperta» era più alta: 103.291,38 euro.

8 Ho più conti nello stesso istituto: quanto mi spetta in caso di crack?
La garanzia è per depositante e per banca, indipendentemente dal numero di conti aperti presso uno stesso istituto: fino a 100 mila euro per la stessa persona, indipendentemente dal numero dei conti.

9 Cosa rientra nella garanzia del Fondo?
I soldi contenuti in conti correnti, depositi (anche vincolati), assegni circolari, certificati di deposito nominativi.

10 In caso di liquidazione della banca cosa devo fare?
Il Fondo interbacario di tutela dei depositi subentra nei diritti dei depositanti e si occupa di contattare e rimborsare direttamente ogni correntista.
Enrico Cinotti
(www.testmagazine.it)


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