Il premier Mario Draghi alla Camera per un nuovo passaggio della crisi di governo, dopo la giornata cruciale andata in scena ieri al Senato che ha di fatto sancito la fine dell’esecutivo guidato dall’ex numero 1 della Bce.
Dopo il passaggio a Montecitorio, solo al termine dei lavori dell’Assemblea, Draghi si recherà a riferire al presidente della Repubblica Mattarella. A quel punto il capo dello Stato avrà tutti gli elementi per decidere come procedere: se aprire eventuali consultazioni oppure se e quando sentire i presidenti del Senato Casellati e della Camera Fico, per procedere poi allo scioglimento delle Camere.
Cosa è successo ieri al Senato
Forza Italia, Lega, M5S non hanno votato sulla risoluzione Casini su cui il premier aveva posto la fiducia (è passata al Senato con soli 95 voti a favore) e quell’appello di Draghi in Aula – “siete pronti a ricostruire il patto” che ha consentito all’esecutivo di andare avanti in questo anno e mezzo? – è caduto inesorabilmente nel vuoto. Pur avendo il governo incassato il sì alla fiducia, restano pur sempre appena 95 voti a favore -Pd, Iv, Leu, Ipf e Italia al Centro- numeri lontani anni luce da quelli che servirebbero per rimettere insieme una maggioranza che si è sfilacciata giorno dopo giorno.