Crisi governo, Draghi oggi al Senato per la fiducia
20 luglio 2022

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Crisi governo, Draghi oggi al Senato per la fiducia


Giornata cruciale oggi nella crisi di governo, ore decisive per il futuro dell’esecutivo di Mario Draghi. Si voterà, infatti, la fiducia al Senato. Il premier si recherà a Palazzo Madama alle 9.30 per le sue comunicazioni con voto. Le comunicazioni del presidente del Consiglio e il successivo dibattito sulla fiducia – con eventuale voto in serata – partiranno dunque da Palazzo Madama dove la seduta sarà sospesa in mattinata, dopo l’intervento di Draghi, per permettere al premier di consegnare il testo del suo intervento alla Camera.
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Al rientro del premier in Senato, in tarda mattinata, verosimilmente intorno alle 11, l’Aula inizierà la discussione, prevista per 5 ore, e poi lascerà nuovamente spazio al premier Draghi per la replica. Nell’ipotesi di arrivare a votare le comunicazioni di Draghi, si prevede di concludere per le 18.30 le dichiarazioni di voto, con i senatori alla chiama per la fiducia sulle risoluzioni da quel momento.

Intanto ieri, al termine di una giornata di interlocuzione con i leader della forze politiche, prima con Enrico Letta e poi in serata con il centrodestra, da palazzo Chigi sono stati registrati segnali positivi che possono far pensare a un buon punto di partenza. Dopo tanti aut aut e distinguo, le cose avrebbero potuto concludersi con una fumata nera.

Centrodestra a Palazzo Chigi

E’ durato circa un’ora l’incontro a palazzo Chigi tra Draghi e i leader del centrodestra di governo: Matteo Salvini, Antonio Tajani, Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi. L’incontro, “organizzato” nel tardo pomeriggio “con una telefonata tra Silvio Berlusconi e il premier”, ha rotto il ghiaccio dopo il gelo da parte di Lega, Forza Italia e Udc rimasti sconcertati dal comportamento del presidente del Consiglio che ”sta gestendo una crisi così complessa solo con Pd e M5S”. Il Cav ha sentito l’ex presidente della Bce da ‘Villa Grande’ dove era riunito con gli alleati, sbloccando di fatto l’impasse al termine di un pomeriggio ad alta tensione.

In mattinata il premier aveva incontrato il segretario del Pd Enrico Letta a palazzo Chigi in seguito a una richiesta del leader dem. Sull’incontro il centrodestra di governo aveva espresso sconcerto perché il premier aveva deciso di ricevere il segretario del Pd e non i leader degli altri partiti della maggioranza, dopo che, peraltro, era stata chiesta una verifica politica.

In ogni caso il centrodestra di governo sarebbe determinato sulla linea del sì al Draghi bis senza i 5 stelle. Altrimenti, dritti al voto. Questa linea unitaria sarebbe stata illustrata al premier durante il vertice a Palazzo Chigi, durato circa un’ora a palazzo Chigi. Lega Fi e Udc-Nci avrebbero posto dei ‘paletti': ovvero, siamo pronti a rinnovare la fiducia al governo in carica ma senza i pentastellati di Giuseppe Conte e serve un’apertura su alcuni punti programmatici del governo considerati imprescindibili dal centrodestra. La Lega, per esempio, insiste sulla pax fiscale e la revisione del reddito di cittadinanza. Della serie, qualcosa deve cambiare rispetto a prima, serve un cambio di rotta, perché così non si può continuare e tra qualche settimane, se domani Draghi dovesse accettare di continuare, saremmo punto e a capo.

Letta a Palazzo Chigi: “Sarà bella giornata, ne son sicuro”

Alla vigilia della prova dell’aula, dal Pd si sono rincorse voci ‘speranzose’. Qualcosa più di un auspicio, rispetto al fatto che oggi ci sarà ancora un governo e sarà guidato da Mario Draghi. Anche ieri è proseguito il lavoro, mai interrotto negli ultimi giorni, di ricucitura per garantire il perimetro più ampio possibile della maggioranza di unità nazionale. Con tutti i 5 Stelle o con una parte. “Sarà una bella giornata, ne sono sicuro”, ha affermato Letta per il quale “se ci saranno scossoni saremo in grado di gestirli”. “Non c’è alcun dubbio – ha poi aggiunto – che se cadesse il governo italiano, un plauso salirebbe dal Cremlino. Non ho dubbi sul fatto che domani è in gioco anche la forza europea rispetto a questa crisi internazionale”. Ma “il nostro auspicio è che la maggioranza che ha sostenuto il governo Draghi confermi il voto di fiducia”, ha detto ancora Letta.

Sull’esito dell’incontro con Draghi in ogni caso il segretario dem “è stato molto abbottonato” con i suoi interlocutori, anche durante la riunione del coordinamento dem. Il segretario Pd avrebbe sottolineato con il premier la spinta del ‘Paese reale’, dei sindaci. E poi le rassicurazioni sul fatto che i 5 Stelle, o comunque una loro parte, saranno della partita. “Per quello che noi sappiamo – ha detto un deputato Pd – Conte ha fatto sapere che potrebbe anche votare la fiducia ma che c’è lo zoccolo duro dei falchi al Senato…”.


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