Dai due capigruppo si riportano a Salvini gli umori dei parlamentari del Carroccio: Molinari pare propendere per il voto, Romeo accenna anche all’ipotesi di andare avanti “ma senza i Cinque Stelle”. “È un triste teatrino che blocca il Paese – filtrano dall’assemblea le parole dei due – troppo spesso ostaggio di irresponsabili e voltagabbana che negli ultimi mesi di legislatura vorrebbero coltivare il proprio interesse personale anziché l’interesse del Paese reale. Non è quello che merita il Presidente Draghi, ma soprattutto non è quello che merita l’Italia”.
Salta il turno invece Giancarlo Giorgetti, che invitato da Molinari fa sapere che non intende intervenire “perché al solito poi vengono travisate le mie parole”. Il riferimento sembra ai media, ma qualcuno coglie un clima non proprio ‘governista’ che forse spinge il ministro per lo Sviluppo economico a non esporsi troppo.
Netto l’altro vicesegretario Lorenzo Fontana, che vede solo due strade e lo dice chiaramente: o si fa un governo forte senza i Cinque Stelle o si vada al voto. “Non dobbiamo accettare di vivacchiare”, dice il fedelissimo di Salvini. “Ascoltiamo gli italiani, fidiamoci di loro e non affidiamo il futuro del Paese a chi pensa solo alla poltrona”, conclude l’ex ministro della Famiglia. Anche il terzo vicesegretario Andrea Crippa attacca duro Conte.
Il sentiment che prevale però non è solo quello contrario ai Cinque Stelle: emerge insofferenza “per un Pd che continua a parlare di Ius Soli e immigrazione, di droga libera e Ddl Zan, mentre per la Lega e gli italiani le priorità sono lavoro, pensioni, ambiente e sicurezza”, spiega un parlamentare. Nei primi interventi di deputati e senatori emerge una domanda: “Un Parlamento in ostaggio di decine di cambiatori di partito, quali riforme e certezze può assicurare?”. Nel mirino finiscono i ministri Speranza e Lamorgese. “Con ministri come loro come si possono fare cose buone per gli italiani?”, domanda tra applausi scroscianti il deputato bolognese Guglielmo Golinelli, che però non nega che si possa continuare, in qualche modo, l’esperienza di governo, “magari con un rimpasto”. Non manca chi si schiera per proseguire l’attività di governo, “senza il fardello del M5S”. Una proposta che accomuna molti interventi.