“Da quello che abbiamo saputo il presidente Draghi è stato molto colpito dai vari appelli che gli sono arrivati e in particolare da quello bipartisan dei sindaci”. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci Pd, risponde così all’Adnkronos sull’appello al premier Mario Draghi lanciato ieri dai sindaci. “Nardella e Brugnaro stanno tenendo le fila delle adesioni e contiamo di arrivare entro stasera a oltre 1000 adesioni di sindaci in tutta Italia. Sindaci di centrosinistra, centrodestra e civici”.
Avete avuto qualche segnale dal premier Draghi? “Il presidente è rimasto molto colpito. L’iniziativa dei sindaci ha smosso qualcosa nelle ultime 24 ore. C’è in ballo il Pnrr, c’è l’inflazione, il caro energia. Blocchiamo tutto per cosa? Per andare a votare 4 mesi prima? Tanto tra 6 mesi si vota… E’ assurdo e noi sindaci ancora una volta, stando a maggiore contatto con la realtà, vediamo da vicini gli effetti disastrosi che avrebbe una crisi adesso. Per questo c’è stata questa maxi adesioni di sindaci da Nord al Sud Italia”.
Il suo collega Marcucci dice che il governo Draghi deve andare avanti anche se i 5 Stelle o parte dei 5 Stelle non ci stanno. Che ne pensa? “Dipende da Draghi, non è una questione di numeri, i numeri ci sono. Io spero che alla fine i 5 Stelle ci stiano perché per loro sarebbe un suicidio politico. Spero siano della partita. Ma oltre al campo dei 5 Stelle, bisogna guardare a Salvini. Perché il problema diventa anche l’affidabilità della Lega. Credo che il presidente Draghi stia guardando con grande attenzione agli atteggiamenti della Lega di qui a mercoledì”.
“Non si può pensare di chiudere la partita coi 5 Stelle e poi -prosegue Ricci- magari Salvini ne apre un’altra la prossima. Credo sia molto importante vedere quale garanzia riuscirà a dare la Lega. Spero che Salvini ascolti i suoi sindaci che hanno firmato l’appello, i governatori del Nord che tifano perché il governo vada avanti. Spero tenga conto della voce del Nord, del mondo produttivo”.
L’alleanza con i 5 Stelle è finita o no? “Dipende dall’esito finale. Siamo andati su due linee completamente diverse però se alla fine capiscono che non c’è nessuno meglio Draghi che possa portare avanti l’agenda sociale e votano compatti su Draghi allora si riapre una prospettiva. Se escono fuori allora il rapporto con il Pd è compromesso. Ma sono ancora in tempo per tornare su Draghi e recuperare il rapporto con il Pd”.