“In questo momento possiamo escludere una prevedibilità e una negligenza o imprudenza”. Così ai microfoni del Tg3 il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, parlando del crollo della Marmolada. “L’imprevedibilità in questo momento è quello che la fa da principale protagonista nel senso che per avere una responsabilità bisogna poter prevedere un evento cosa che è molto molto difficile”, ha aggiunto.
La procura, ha chiarito, “deve procedere per la sussistenza del reato e non certo sulla possibilità di chiudere i rifugi o i passi, quelli sono problemi della Protezione civile”.
Il procuratore di Trento ha poi ricordato la prima telefonata ricevuta: “Mi hanno chiamato i carabinieri di Cavalese che mi hanno detto che era una situazione apocalittica”. E ha quindi espresso “vicinanza al dolore” di tutte le persone coinvolte e l’auspicio “di potere lavorare sulla prevenzione perché queste cose non accadano”.