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5 giugno 2017

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Da un soggetto di Carlo Carlei un graphic novel di alto pregio


Una coppia di turisti americani si trova in viaggio di nozze in Sicilia. Durante una sosta in autogrill il destino metterà sulla loro strada Masino Caligiuri, un vecchio boss ormai braccato e diventato scomodo per la mafia stessa.

Da quel momento la storia ha un’impennata e inizia la fuga notturna del boss che non vuole darsi per vinto e prenderà in ostaggio James Sutton, costretto a trasportarlo da un capo all’altro della città. Una corsa frenetica per chiudere i conti che il boss ha ancora in sospeso, ricca di colpi di scena, raccontata con un ritmo che trascina.

The Passenger (Tunuè Edizioni, pp. 176, Euro 19,90) è un graphic novel di alto pregio basato su un soggetto di Carlo Carlei (che presto ne farà un film) con i testi di Marco Rizzo (giornalista e sceneggiatore) e le immagini di Lelio Bonaccorso (fumettista e illustratore).

La storia raccontata è anche la nostra storia, nel volto scavato di Masino Caligiuri ci sono i solchi nei quali abbiamo disseminato e perso il senso della giustizia e della verità, a partire dalla strage di Capaci e dagli omicidi di Falcone e Borsellino, con il loro carico di misteri mai svelati.

Abbiamo tutti sulle spalle questo peso, ancora lì, con i morti ammazzati, il malaffare, le verità taciute, le attività economiche sottoposte a continue estorsioni.

Noi siamo tutti come James Sutton, costretto a caricare sulla propria macchina il boss e ad assecondarne le volontà, quello stesso potente boss che ha deciso dei destini dei siciliani, che ha un suo concetto di giustizia, al di fuori di qualsiasi morale e al di sopra di qualsiasi stato.

Noi, come lui, siamo ancora ostaggi, mai ci siamo liberati e affrancati da quella piovra che è la malavita organizzata.

The Passenger si legge come un thriller, non si smette fino alla fine, quando – con un colpo di scena geniale – si intravede la speranza che l’innocenza (tema caro a Carlei dal suo primo La corsa dell’innocente al suo ultimo Romeo e Giulietta) può avere un suo riscatto.

Il finale è di grande effetto, nelle immagini e nei testi. E dopo aver scorso freneticamente le pagine alla ricerca di un eroe, un fottuto eroe che ci salvi dalla melma nella quale talvolta si rischia di affogare, ecco che all’ultima pagina restiamo lì con il testo ancora aperto a chiederci: «E se accadesse davvero?» E coloro che credono ancora nella giustizia e nel riscatto penseranno: «Sarebbe bello accadesse davvero».
Daniela Grandinetti


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