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9 aprile 2016

News

Dallo Jonio al Tirreno passando per il Pollino. I sindaci di San Sosti, Buonvicino, Verbicaro, Maierà e Grisolia illustrano ad Oliverio un interessante progetto


Il presidente della Regione, Mario Oliverio ha presieduto, presso l’aula consiliare del Comune di San Sosti, un importante incontro con i sindaci dei Comuni di San Sosti, Buonvicino, Verbicaro, Maierà e Grisolia per discutere della realizzazione del progetto riguardante il «Sistema integrato per l’accesso alle risorse ambientali, storiche e turistiche nelle aree ricadenti nei comuni di Buonvicino, Grisolia, Maierà, San Sosti e Verbicaro – Sentieri e percorsi nel Parco Nazionale del Pollino».

All’incontro hanno partecipato, oltre ai primi cittadini dei comuni interessati, anche il presidente del Parco Nazionale del Pollino, Mimmo Pappaterra, i tecnici Tommaso e Marco Fasano che hanno redatto l’importante opera intercomunale, numerosi cittadini, amministratori locali, il consigliere regionale Franco Sergio e il Vescovo della Diocesi di San Marco-Scalea, mons. Leonardo Bonanno.

«Da tempo», è stato ribadito nel corso degli interventi dei sindaci di San Sosti e Buonvicino, Vincenzo De Marco e Ciriaco Biondi e degli stessi progettisti «inseguiamo un sogno che è quello di collegare, attraverso una rete di sentieri, molti dei quali già esistenti da secoli (si tratterebbe, quindi, soltanto di un ripristino), nel pieno rispetto dell’impatto e della compatibilità ambientale, i territori dello Jonio con quelli del Tirreno e con il Pollino. La parte di territorio presa in considerazione ha costituito, fin da epoche remote, il naturale punto di passaggio tra la costa ionica e la costa tirrenica come percorso più breve tra i due mari. Già dall’antichità questa zona veniva individuata come una delle “vie istmiche” ed ancora, in epoche più recenti, come “la via del sale”, a testimonianza del valore che nei diversi secoli tale collegamento ha assunto per le popolazioni del luogo, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista politico, sociale e culturale. Le merci destinate dallo Ionio al Tirreno venivano veicolate nell’entroterra, preferendo il trasporto per via terrestre. A tale scopo si utilizzarono, migliorandoli, gli stessi itinerari che la gente indigena già percorreva, attraverso l’Appennino Calabro-Lucano, mediante i quali raggiungevano il Tirreno in minor tempo e con maggior sicurezza. Per il collegamento con Skidros e Laos si percorreva la strada più comoda e più breve: Sibari-Crati-Esaro-Rosa-Varco del Palombaro-Laos. Da qui, nasce la nostra esigenza di rendere i nostri territori maggiormente fruibili e connessi tra loro, munendoli di percorsi le cui caratteristiche hanno una forte attrattiva ambientale, turistica e culturale».

»Il vostro», ha detto il presidente Oliverio, a conclusione dell’incontro «è un approccio corretto, in piena sintonia con la nostra strategia dell’utilizzo delle risorse comunitarie. Valuteremo approfonditamente, nel merito, il vostro progetto e, insieme ai tecnici, stabiliremo il da farsi. Le risorse non mancano ed anche un progetto così importante, su vasta scala, che coinvolge diversi territori, può essere realizzato».

«Nella utilizzazione delle risorse comunitarie 2014-2020», ha aggiunto Oliverio «la prima cosa che vogliamo e dobbiamo evitare è la frammentazione delle stesse. Per questo motivo, siamo in perfetta sintonia. Non basta costruire opere e finanziare progetti che poi si rivelano “cattedrali nel deserto”, opere inutili ed inutilizzabili. Un progetto serio, che serve alla rinascita della nostra terra deve coinvolgere i territori e le popolazioni, partire dal basso e puntare alla piena valorizzazione delle peculiarità dei nostri territori, mettendo da parte visioni e tentazioni localistiche che in passato hanno prodotto solo danni. Il vostro progetto, ad una prima valutazione, mi pare abbia tutte queste caratteristiche. Lo analizzeremo nel merito confrontandoci e dialogando. Sono sicuro che, insieme, realizzeremo obiettivi utili alla nostra terra».

«Il nostro scopo», ha concluso Mario Oliverio «è proprio quello di coinvolgere i nostri territori e da essi, senza calare nulla dall’alto, far partire la scintilla per accendere i motori della crescita e dello sviluppo della nostra regione».


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