Damien Hirst ha bruciato mille delle sue opere della serie ‘Spot Paintings’ dopo averne venduto le versioni Nft (l’acronimo inglese significa ‘Non Fungible Token). L’artista ha chiesto agli acquirenti che hanno acquistato pezzi della sua ultima collezione di scegliere l’opera d’arte fisica o l’Nft che la rappresenta. A coloro che hanno scelto gli Nft è stato detto che il pezzo fisico corrispondente sarebbe stato distrutto. Alla domanda su come si sentiva a bruciare le opere, Hirst ha risposto: “È bello, meglio di quanto mi aspettassi”. Il rogo delle opere si è svolto oggi all’apertura della mostra ‘The Currency’, Hirst indossava pantaloni della tuta da lavoro in metallo argento e guanti antincendio, mentre raccoglieva i pezzi e li bruciava in una sorta di caminetto nella Newport Street Gallery di Londra. È stato stimato che le opere bruciate valessero complessivamente quasi 10 milioni di sterline.
Altre opere della collezione saranno bruciate fino alla chiusura della mostra, il 30 ottobre. “Molte persone pensano che io stia bruciando milioni di dollari di arte, ma non è così – ha detto Hirst – Sto solo completando la trasformazione di queste opere d’arte dalla versione fisica a quella Nft. Il valore dell’arte, digitale o fisica, che nel migliore dei casi è difficile da definire, non andrà perso, ma sarà trasferito alla Nft non appena i dipinti saranno bruciati”. Le opere sono state create nel 2016 con vernice a smalto su carta fatta a mano e ciascuna numerata, titolata, timbrata e firmata.
Prima di bruciare ogni opera d’arte, Hirst l’ha mostrata a una telecamera per registrare il suo codice univoco in modo da tenere traccia di ogni pezzo dato alle fiamme.