Dopo una giornata di trattative salta la mediazione sul decreto Aiuti e si va verso la richiesta del voto di fiducia sul provvedimento domani mattina. La soluzione a cui ha lavorato in primis il ministro M5S, Federico D’Incà, era stata individuata su un emendamento che migliorasse la norma del superbonus. Ma la proposta si è arenata su una questione di coperture. Circa 3 miliardi, si riferisce, il ‘costo’ della modifica sulla quale Chigi e Mef non hanno dato parere favorevole.
Così alle 18.30, quando si è aperta la seduta a Montecitorio sul dl Aiuti, D’Incà è intervenuto in aula chiedendo di rinviare tutto a domani mattina. Spiega lo stesso D’Incà: “In stretto collegamento con la presidenza del Consiglio, ho sondato tutte le forze della maggioranza per capire se fosse possibile trovare un accordo per evitare di porre la questione di fiducia sul decreto Aiuti. Questo si è reso necessario per venire incontro a richieste parlamentari di miglioramento del testo, in particolare nella parte relativa al superbonus. La complessità politica della vicenda ha imposto il massimo approfondimento e il coinvolgimento dei gruppi parlamentari, determinando un ritardo nell’andamento dei lavori. Con la presidenza del Consiglio valuteremo nelle prossime ore come procedere”.
A sera a Montecitorio viene dato abbastanza per scontato che la questione si chiuderà con la richiesta di fiducia domani, senza modifiche al testo. Un esito, alla vigilia dell’incontro tra il premier Mario Draghi e Giuseppe Conte, che lascia aperta la tensione nei 5 Stelle dove parte del gruppo non è disponibile a votare la fiducia su un provvedimento in cui diversi sono i punti non condivisi, compreso quello del termovalorizzatore a Roma. La mediazione sul superbonus era infatti la ‘chiave’ per ottenere l’ok anche dei pentastellati alla fiducia sul dl. Fatta la modifica al dl, si sarebbe fatto un maxiemendamento e quindi posta la fiducia.
Ma a tenere banco non c’è stata solo la questione tecnica dell’emendamento e delle coperture. Durante la riunione di maggioranza Lega e Forza Italia, riferiscono fonti parlamentari di Pd e M5S, si sarebbero fortemente lamentati del ‘metodo’ con cui è stata gestita la vicenda dl Aiuti: troppa attenzione alle richieste dei 5 Stelle, l’accusa avanzata. Un’attenzione, da parte del governo, che non sarebbe stata la stessa avuta in passato su richieste che venivano invece da Lega e Fi.
La Lega a sua volta accusa Pd e M5S di aver bloccato la mediazione per dissidi tra di loro. “Siamo increduli per lo spettacolo offerto dal campo largo che si sta stringendo a vista d’occhio. Siamo fermi da tutto il giorno per i litigi interni al centrosinistra che rischiano di bloccare 15 miliardi di aiuti per famiglie e imprese italiane”.
Una versione che viene smentita da Pd e M5S. Dice la capogruppo dem Debora Serracchiani. “Nessun attrito, nessunissima tensione tra Pd e M5S. Per quanto riguarda il Pd -dice la capogruppo dem alla Camera ai cronisti- riteniamo che il lavoro in commissione sia stato proficuo. Se si può migliorare un testo, come con il superbonus che va nell’interesse degli italiani, noi siamo sempre favorevoli. Nessunissima tensione tra Pd e M5S, citofonare centrodestra”.