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28 ottobre 2017

News

Destinazione Italia: carrozze Intercity per treno PD sulla Jonica… negate ai calabresi


Si è conclusa la mattina del 25 ottobre a Paola la controversa visita calabrese del segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, a bordo del treno speciale «Destinazione Italia», un’iniziativa mirata a raggiungere tramite ferrovia tutte (o quasi) le province italiane.

Nella nostra regione il convoglio, composto da due vetture Gran Conforto (dedicate a stampa ed organi di informazione accreditati), due carrozze UIC-Z a salone di cui una mista seconda classe bar ed una lussuosa carrozza letto T3s, è giunto lunedì, mentre per tutta la giornata di martedì ha percorso parte della Ferrovia tirrenica meridionale da Reggio Calabria Centrale a Lamezia Terme Centrale (con tappa intermedia a Rosarno), proseguendo poi verso la linea jonica con destinazione Cirò, via Catanzaro Lido/Crotone.

Non sono mancate nelle stazioni di Cirò e Catanzaro Lido alcune contestazioni, mentre proseguono sui social network gli accesi confronti tra sostenitori e oppositori del Partito Democratico.

Un breve inciso, necessario, prima di dedicarci a ciò che più ci interessa, ovvero alcune considerazioni sulla composizione del convoglio del PD: fanno sorridere, ma anche compatire, gli insulti che abbiamo ricevuto noi di Associazione Ferrovie in Calabria, accreditati con la stampa a salire a bordo del treno straordinario, additati come «pubblicizzatori» del Partito Democratico e di Matteo Renzi.

Nel caso specifico, ribadiamo che la nostra presenza e, soprattutto, la pubblicazione dei reportage fotografici in diretta dalle tappe del viaggio in treno tra Reggio e Cirò era legata esclusivamente al fatto che si trattasse di un evento «ferroviario», peraltro di assoluta rarità vista la particolarità della tipologia di treno per la rete nazionale e, soprattutto, per la ferrovia jonica.

D’altra parte, nonostante la crescita del ruolo e il conseguente allargamento dei campi d’azione della nostra Associazione negli ultimi anni, ricordiamo che nasciamo come gruppo di appassionati di ferrovie che, come prima attività in assoluto, passavano ore e ore della loro giornata in stazione a guardare e far foto ai treni! E, di fatto, continuiamo ad essere quegli stessi appassionati di un tempo, solo dieci anni più vecchi…

Ancora una volta, quindi, ci troviamo costretti a ricordare a tutti coloro che vedono complotti ovunque, che l’Associazione Ferrovie in Calabria è un’associazione apolitica ed apartitica, che si occupa di tutto ciò che riguarda il trasporto ferroviario calabrese, il cui impegno e serietà è noto anche fuori regione, interloquendo e se necessario anche attaccando le istituzioni regionali e nazionali.

Si consideri inoltre che ogni decisione nel campo dei trasporti è in maniera diretta o indiretta dipendente da scelte politiche e per questo motivo, per poter raggiungere un qualsiasi obiettivo nel campo dei trasporti, è praticamente impossibile seguire strade diverse da quella della costante interlocuzione con i soggetti politici a cui compete la programmazione dei servizi di trasporto pubblico.

In questo preciso momento storico la nostra interlocuzione avviene prevalentemente con gli esponenti del Partito Democratico in quanto Calabria e Italia sono governate, seppur con diverse coalizioni, da questa forza politica e pertanto è con i suoi rappresentanti che, per ovvie ragioni, andiamo a rapportarci nella gran parte dei casi. Ricordiamo infatti che siamo comunque sempre stati aperti e abbiamo sempre partecipato ad ogni tipo di iniziativa legata ai trasporti, quando invitati (ricordiamo ad esempio quella organizzata dal Movimento 5 Stelle di Crotone qualche mese fa).

Abbiamo interloquito negli anni scorsi con esponenti del Centro-Destra ai tempi della Giunta Scopelliti (ex assessore Fedele e soprattutto ex presidente delle Ferrovie della Calabria, Pedà), e continueremo ad interloquire ed a far sentire la nostra voce con chiunque governerà la Calabria e l’Italia nei prossimi anni.

Chiuso questo inciso, torniamo al punto. Nella giornata del 24 ottobre siamo stati accreditati a bordo del convoglio «Destinazione Italia», che abbiamo seguito da Reggio Calabria Centrale fino a Cirò Marina e ritorno fino a Catanzaro Lido. Abbiamo assistito alle manovre di aggancio delle due diesel D445 in testa ed in coda al convoglio alla stazione di Reggio Calabria Centrale, dopo aver «scartato» la locomotiva elettrica E402B 159 che a sua volta, a Paola, aveva preso il posto della doppia simmetrica di locomotori E414, che tra l’altro mai sono stati nella nostra Calabria.

Le due locomotive diesel D445, le unità 1141 e 1100 tirate a lucido, si sono quindi occupate della trazione del convoglio per tutta la giornata di ieri: sulla linea jonica e sulla Catanzaro Lido-Lamezia Terme Centrale, dopo sei anni, hanno pertanto rimesso «ruota» vetture Intercity/Intercity Notte degne di questo nome, ossia vetture normalmente utilizzate per i treni a lunga percorrenza.

Ricordiamo che dal 2012 non è più possibile circolare, in seguito ad alcune norme diramate dall’Agenzia Nazionale della Sicurezza Ferroviaria, senza opportuni sistemi di controllo dell’apertura e della chiusura delle porte di salita e discesa dei viaggiatori che consentano di comandare il blocco delle porte direttamente da parte del macchinista, nella cabina della locomotiva. Tali sistemi, già presenti da decenni sui treni utilizzati per i servizi regionali, non erano invece presenti sui treni a lunga percorrenza, per i quali è stato pertanto necessario intervenire con i dovuti adeguamenti.

Adeguamenti che però sono stati effettuati, oltre che sulle carrozze, sulle sole locomotive elettriche, escludendo del tutto le locomotive Diesel, come le D445 utilizzate fino ad allora per i treni a lunga percorrenza sulla non elettrificata linea Jonica, che pertanto dal 2012 si è trovata privata di ogni forma di collegamento a lunga percorrenza “vera”.

Da qualche anno, infatti, dopo le proteste della cittadinanza jonica calabrese per la totale soppressione di tutti i treni a lunga percorrenza sulla fascia Reggio Calabria-Metaponto, è stata ripristinata una coppia di Intercity tra Taranto e Reggio Calabria, in coincidenza a Taranto con una coppia di Intercity Notte da/per Milano Centrale, con obbligo di cambio a Taranto in quanto impossibilitati ad effettuare treni diretti a lunga percorrenza sulla linea jonica in seguito all’entrata in vigore della norma ANSF.

Tra Taranto e Reggio, infatti, questa coppia di Intercity si effettua da anni con solo materiale rotabile di tipo regionale, non essendo le D.445 predisposte al controllo delle porte delle carrozze utilizzate per i treni a lunga percorrenza: il materiale previsto per questa coppia di Intercity varia dal D.445 con due carrozze di prima classe quando va bene (vendute come seconda classe, almeno!), alla misera automotrice diesel di 40 anni fa, quando va male!

Da febbraio 2017 si è poi aggiunta una nuova coppia di Intercity tra Taranto e Reggio, questa invece esclusivo appannaggio delle automotrici ALn663/668, a causa della scarsa disponibilità di D.445 al DL di Reggio Calabria (e a quanto pare in tutta Italia, dal momento che in teoria potrebbero arrivare anche da altre regioni).

Ma com’è possibile, quindi, che mentre le due coppie di «Intercity» tra Reggio e Taranto vengono effettuate con materiale regionale e addirittura con le solite «littorine» ALn663/668 a causa dei sopra citati problemi di assenza dei cosiddetti sistemi di «lateralizzazione» porte sui locomotori D445 e per l’esiguità di D445 disponibili, il treno del Partito Democratico sulla Jonica ha circolato con ben due D.445 e 5 carrozze per la lunga percorrenza?

Non ci sembrava vero, ma come nei bei tempi che furono abbiamo viaggiato sulla Jonica a bordo delle carrozze Gran Conforto ed UIC-Z, trainati proprio dalle locomotive D445, incrociando a Catanzaro Lido anche il tristissimo Intercity 567 Taranto-Reggio Calabria Centrale, ovviamente effettuato da una automotrice ALn663!

Inoltre anche la coppia di Intercity 562/559 Reggio- Taranto-Reggio tra il 23 e il 24 ottobre, normalmente effettuate con composizione di D445 + due carrozze, è stata effettuata con una singola automotrice, probabilmente proprio per poter garantire l’utilizzo per il treno del PD di ben due delle già poche D445 efficienti al deposito di Reggio Calabria (forse 3 o 4 in tutto quelle attualmente disponibili per il turno sugli Intercity Jonici), a scapito dei viaggiatori jonici che hanno pagato un biglietto Intercity per viaggiare su una vecchia e rumorosa automotrice.

Molto semplicemente, sul treno «Destinazione Italia» la gestione del controllo di apertura/chiusura porte del treno è stata gestita in deroga (non sappiamo precisamente quale, dal momento che quelle di cui siamo a conoscenza possono applicarsi solo per treni internazionali o storici, di tipologia decisamente diversa da quella del treno PD, ma si è fatto): il blocco/sblocco delle porte delle vetture, non potendo infatti essere comandato dalla cabina dei locomotori D445, è stato semplicemente gestito bloccando in maniera fissa gran parte delle porte delle carrozze durante il viaggio e presenziando invece con apposito agente Trenitalia quelle utilizzate per la salita/discesa dei viaggiatori, che venivano bloccate/sbloccate tramite chiave tripla.

Inoltre, in corsa, il blocco assoluto delle porte era comunque garantito dal «blocco tachimetrico» che interviene automaticamente appena il convoglio in movimento supera i 6 km/h.
Sicuramente non il massimo a livello di pratiticità e gestione del personale (visto che sono necessari più agenti rispetto ai già previsti capotreno e capo servizi treno), ma comunque con totale garanzia di sicurezza a bordo.

A questo punto, quindi, ci chiediamo: perché queste procedure non vengono effettuate anche per le due coppie di Intercity sulla Jonica, rendendoli finalmente dei treni a lunga percorrenza diretti verso Roma/Milano/Torino, utilizzando materiale rotabile idoneo (sia di giorno che di notte) ed eliminando le rotture di carico a Taranto?

Perché per il treno del PD tutto ciò è stato possibile, anche far ritornare un vagone letto sulla bistrattata ferrovia jonica, mentre i cittadini della fascia jonica sono costretti a viaggiare su una littorina spacciata per Intercity?

Ritieniamo quindi sia necessaria, al più presto possibile, una normalizzazione dei collegamenti InterCity jonici, utilizzando la stessa deroga applicata per «Destinazione Italia», in attesa che vengano lateralizzati i locomotori D445, o comunque acquistate nuove locomotive diesel dotate di questi impianti o elettrificata per intero la ferrovia jonica tra Melito di Porto Salvo e Sibari, rendendo quindi possibile l’utilizzo di locomotori elettrici lateralizzati.

Chiediamo insomma che «Destinazione Italia» non resti solo uno slogan di partito, ma un vero obiettivo da raggiungere al più presto… in treno dalla Jonica! Tra l’altro per entrambi gli Intercity Reggio Calabria Centrale-Taranto, trasformandoli in treni diretti da/per Roma/Milano/Torino diretti dalla fascia jonica, difficilmente si supererebbero, almeno inizialmente, le quattro carrozze per composizione (una cuccette, una letto, due posti a sedere o combinazioni similari). Una in meno del treno di Matteo Renzi, composto da cinque carrozze!

Siamo certi, pronti a scommettere qualsiasi cosa, che il maggiore costo dato dalla presenza di un agente in più a bordo treno, sarebbe più che coperto da una frequentazione che triplicherebbe rispetto allo stato attuale, in cui chiaramente l’Intercity-truffa effettuato in littorina, tutto è tranne che appetibile da parte dell’utenza che, sulle lunghe percorrenze dal versante Jonico, trova più comodo e conveniente viaggiare sugli autobus a lunga percorrenza, scomodi ma diretti, piuttosto che dover fare due o tre cambi, spesso ad orari tutt’altro che comodi.

Autobus a lunga percorrenza che, tra l’altro, iniziano a farsi vedere con enormi loghi Ferrovie dello Stato, dopo l’acquisizione della SIMET da parte della più grande impresa di trasporto su ferro (ed ormai anche su gomma) italiana. Sarà forse che un vero Intercity Notte, che potrebbe ricostruire i fasti della Freccia del Levante o della Freccia Adriatica, collegando la fascia Jonica calabrese con il resto d’Italia, sarebbe un’enorme spina nel fianco per il trasporto su gomma?

Questo è ciò di cui abbiamo discusso, a bordo treno, con il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, l’on. Enza Bruno Bossio e con il segretario PD Matteo Renzi a Catanzaro Lido.

Noi di Associazione Ferrovie in Calabria non ci arrendiamo, e dopo i tanti obiettivi raggiunti in questi anni, ci prepariamo alle battute finali della «battaglia delle battaglie», ovvero i treni a lunga percorrenza sulla Ferrovia Jonica: speriamo di vincerla, prima che sia davvero troppo tardi.
Roberto Galati
Associazione Ferrovie in Calabria


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