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Direzione Italia Calabria: bene dismissioni di alcune società partecipate, grave la deriva di Corap e Terina


La Regione Calabria, in ottemperanza al Piano di revisione straordinaria previsto dalla Legge n.175/2016, ha fatto bene a dismettere la propria partecipazione in 19 società, se le ha ritenute dispendiose ed inutili rispetto ai propri obiettivi istituzionali.

Meno convincente appare la deriva commissariale di alcuni enti, come il Corap o la Fondazione Terina, che dalla Legge Regionale n.24/2013 avrebbero dovuto ottenere un grande slancio ed invece, a distanza di circa 3 anni dall’insediamento del presidente Oliverio, sono ancora in attesa di stabilità istituzionale.

L’avvicendamento periodico dei commissari, mi pare che siamo al quarto, al netto del valore degli stessi, rischia di produrre alla Fondazione Terina danni irreversibili su più fronti. Innanzitutto, degli oltre 10 milioni di euro spesi tra attrezzature tecnologicamente avanzate, formazione del personale e patrimonio edilizio, nulla viene messo a regime per la ricerca agroalimentare, con il risultato che l’enorme potenziale dei sofisticati macchinari pagati con soldi pubblici resta inespresso e non viene messo a servizio delle imprese agricole calabresi.

Ancora più grave la situazione dei lavoratori, lasciati da mesi senza stipendio ed in attesa di una rivisitazione dei rispettivi ruoli professionali, che non è una loro velleità ma è più banalmente la previsione della Legge Regionale n.24/2013. I lavoratori della Fondazione Terina restano in un limbo funzionale, senza prospettiva di sviluppo o ricollocazione, subendo peraltro l’oltraggio mensile del mancato versamento della retribuzione.

Anche il Corap sembra non avere risolto gli annosi problemi di alcune Asi ed allo stesso tempo non ha elaborato una politica industriale da mettere al servizio delle imprese calabresi, mentre si ritarda incomprensibilmente il bando che dovrebbe selezionare il vertice e si protrae all’infinito l’interludio commissariale che, soprattutto utilizzando dirigenti interni alla Regione, dovrebbe essere breve.

Anche su questo punto, il presidente e la Giunta regionale stanno continuando a sbagliare, chiamando, alla guida di enti importanti, dirigenti regionali oberati dal lavoro interno alla Regione, che inevitabilmente vivono l’esperienza di amministratori con spirito dopolavoristico, senza nulla togliere alla loro abnegazione professionale. Ci saremmo attesi all’inizio della legislatura un bando che mettesse fine alle gestioni commissariali ed all’utilizzazione, anche come Presidenti, di dirigenti regionali che non dedicano il tempo necessario alle politiche industriali, agroalimentari, finanziarie della Regione Calabria, finendo poi col danneggiare principalmente chi dovrà rendere conto di tali politiche e cioè il Presidente Oliverio.
Luigi Muraca
Coordinatore regionale di Direzione Italia


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