Cgil Calabria sarà presente con un’ampia delegazione sabato 24 a giugno a Roma alla manifestazione in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro, oltre che per la tutela e il rilancio del servizio sanitario nazionale, pubblico e universale.
Si tratta di temi fondamentali in uno Stato Sociale e sanciti dalla nostra Carta Costituzionale ma che stanno diventando privilegi. Mai come ora il diritto alla cura è in pericolo. Chiediamo e vogliamo che ci sia più personale nelle strutture pubbliche, ma anche che questo abbia contratti e salari adeguati. Chiediamo che ci sia un impegno radicale nel ricostruire pezzo per pezzo un sistema sanitario in via di smantellamento. Ancora di più in una Calabria che da oltre dieci anni paga le conseguenze di una spending review lacrime e sangue.
Nonostante i tanti annunci, proclami e spot dell’attuale commissario ad acta, ossia il presidente della Regione Roberto Occhiuto, nulla è cambiato. Si continua a morire per mancanza di ambulanze e di medici, le liste di attesa sfiorano in alcuni casi i due anni di tempo per potere effettuare una visita o un esame diagnostico, manca personale nei reparti, con un sovraccarico di lavoro importante e continui disservizi.
Si registrano gravi ritardi nella istituzione e operatività delle strutture sanitarie territoriali e nella costruzione dei previsti nuovi ospedali.Sempre di più necessaria l’adeguatezza della rete ospedaliera ma anche una chiara risposta alle aree interne in termini di esigibilità dei servizi di medicina del territorio.
Tanti gli ambulatori che funzionano a singhiozzo, mentre proseguono le chiusure di reparti. Giusto ieri l’annuncio della cessazione del punto nascita di Corigliano Rossano per la mancanza di medici utili a coprire tutti i turni.
La medicina territoriale è pressoché inesistente, così come nei Lea la Calabria è insufficiente in tutti gli ambiti. Così avanza la marcia della privatizzazione della sanità che sta inglobando anche ambiti che prima erano prerogativa esclusiva della sanità pubblica. Il diritto alla salute è ormai difficile da esigere, una questione riservata ai pochi che possono permettersi di pagare per le prestazioni.
Bisogna smettere di parlarsi addosso, bisogna agire e farlo in fretta! Serve un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà della cura e di chi cura, garantisca dignità alle persone non autosufficienti.
Serve un cambio di passo che riguardi anche la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo dei servizi della prevenzione, ispettivi e di vigilanza.
Serve uno Stato Sociale! Il 24 giugno saremo in piazza per fare sentire le ragioni di tutti e tutte, per chiedere il rispetto della Costituzione, per un Paese unito e solidale!