Lo sversamento di percolato della discarica di Scala Coeli che sta mettendo a rischio il territorio, la stagione turistica e la tenuta economica e sociale di un pezzo importante della costa Ionica della Provincia di Cosenza, squarcia il velo di silenzio e disattenzione, che spesso gran parte dell’opinione pubblica, delle istituzioni e degli attori socio-economici hanno nei confronti delle tematiche relative l’ambiente, la sostenibilità e il preservare gli ecosistemi e con essi, spesso si dimentica, la nostra Salute.
In attesa di capire il reale impatto dello sversamento sull’ambiente circostante, dato che solo le analisi potranno darci con contezza, è dannoso per tutti fare allarmismo. Sappiamo ormai da decenni che la condizione di questa discarica era e rimane critica, per l’ambiente e, soprattutto, per le ricadute sulla salute di tutti i cittadini dei comuni limitrofi.
C’è bisogno adesso di essere comunità, davanti all’emergenza che ovviamente risveglia l’attenzione di tutti e genera posizionamenti per certi versi identificati come contrastanti; mi chiedo c’è forse qualcuno che non vorrebbe il problema “risolto” domattina come per magia? Sia le associazioni ambientaliste, sia gli attori economici, gli esperti, gli enti locali e regionali, mi auguro, vorrebbero un territorio sano e salubre, privo di queste criticità, che mettono a rischio l’intera economia di un territorio nel periodo clou dell’anno per le vacanze, la pesca, gli sport acquatici, ecc.
Davanti a queste emergenze è però responsabile fermarsi e guardare all’intero quadro della situazione, non al singolo grave episodio, perché solo allargando la visuale si è in grado di comprendere la reale portata della situazione e prevenire futuri fatti persino peggiori di quello che stiamo tutti vivendo sulla nostra pelle in queste ore.
Resta prioritario affrontare e risolvere la crisi, portare via nel più breve tempo possibile il percolato e la parte di terreno inquinato, oltre ad una verifica effettiva della penetrazione dello stesso nel suolo. Però, asportato il materiale inquinante, non si può ignorare oltre all’emergenza discarica, l’intero tema della sostenibilità ambientale del territorio dell’Alto Ionio Cosentino.
Chi desidera un territorio più pulito e sano, chi vive di turismo, chi vive e opera nel territorio, oggi non può più dimenticare che ogni scelta socio-politica deve tenere presente l’impatto ambientale ed essere capace di innovare, per garantire la crescente sostenibilità di ogni singola azione.
La nostra storia è tracciata nel mare, il nostro patrimonio ha le radici ben piantate nelle colline come se fossimo ulivi, da questo traiamo la vita e questi elementi sono quelli che dobbiamo tutti tutelare all’unisono ogni giorno, non solo davanti alle emergenze.
Non c’è interesse di parte nel perseguire il bene comune. Come nella nostra tradizione di pescatori, la sciabica ha bisogno delle braccia di tutti per essere tirata e portare al sicuro il pescato, distribuendo ricchezza a tutta la comunità. Allo stesso modo oggi, davanti alla sfida della discarica di Scala Coeli e a tutte le altre tematiche socio-ambientali, che da fattori limitanti possono diventare opportunità di sviluppo e crescita, bisogna restare uniti per creare una visione strategica di territorio che sappia ripartire da questa condizione critica per evitarne di nuove in futuro e creare le condizioni perché l’ambiente venga considerato da tutti una ricchezza inestimabile, da tutelare, rispettare e “condividere” per creare lavoro, opportunità, turismo e crescita.
Francesco Cufari
Dottore Agronomo
già Presidente Federazione dei Dottori Agronomi
e Dottori Forestali della Calabria