Don Antonio Scordo
19 dicembre 2016
Don Antonio Scordo

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Don Scordo condannato! Il Vescovo Milito aspetterà la Corte europea dei diritti dell’uomo per sollevarlo dagli incarichi?


Abbiamo appreso con soddisfazione la notizia della condanna definitiva della Corte di Cassazione, per falsa testimonianza, di Don Antonio Scordo nel caso Scarfò. Sentenza che conferma ciò che abbiamo sempre sostenuto in tutti questi anni di vicinanza umana e giudiziaria ad Anna Maria: LEI non ha mai mentito!

Un’altra grande vittoria che segue quella della condanna definitiva dei suoi stupratori.

Come Collettiva AutonoMIA, e precedentemente come «SNOQ RC», avevamo più volte denunciato al Vescovo Milito la grave responsabilità del silenzio e delle menzogne del sacerdote appartenente alla sua Diocesi. Il sacerdote infatti, oltre a non intervenire al momento del primo stupro denunciando gli abusi, non aveva esitato a mentire in sede processuale delegittimando di fatto le parole di Anna Maria e rischiando di compromettere la condanna dei suoi aguzzini.

Avevamo manifestato davanti alla Curia di Palmi, insieme ad altre associazioni, la nostra indignazione nell’apprendere delle «promozioni» assegnate a don Scordo, nonostante la condanna in primo grado, come delegato per i rapporti con le organizzazioni laicali e infine come parroco dell’importante Duomo di Gioia Tauro con parole di plauso da parte del Vescovo.

Dopo interminabili «tempi congrui» e soprattutto dietro le nostre continue denunce a mezzo stampa, l’incontro con Monsignor Milito si risolse con un nulla di fatto rispetto alla nostra ennesima richiesta di sollevare dall’incarico Don Scordo.

Come se ciò non bastasse, l’8 marzo 2016, dopo la sentenza di condanna in secondo grado di Don Scordo, le dichiarazioni di Anna Maria, pur confermate da due sentenze, vengono dal Vescovo pubblicamente messe in dubbio confermando la sua difesa del prete «mentitore» da lui definito faro della comunità.

A quel «nessun motivo per farlo» dichiarato sulla stampa riguardo la nostra ennesimaA richiesta di sospensione di Don Scordo, al suo affermare che non è un oltraggio per la «vittima» lasciarlo al suo posto vista l’assenza di conclusione processuale risponde la sentenza di condanna definitiva da parte della Corte di Cassazione.

Cosa dirà dunque a riguardo il caro Monsignor Milito? Aspetterà per rimuoverlo un ulteriore pronunciamento, questa volta della Corte europea dei diritti dell’uomo, a cui i due difensori del sacerdote hanno annunciato volersi appellare?

Come più volte da noi evidenziato, può continuare ad essere riferimento certo per una comunità un bugiardo che ha permesso col suo silenzio la distruzione morale e fisica di una ragazzina per oltre tre anni?

Proprio quella Chiesa che spesso è riferimento per molte donne abusate soprattutto nei nostri territori, che raccoglie le loro «denunce», che riceve anche fondi pubblici per gestire i suoi centri antiviolenza, può dare garanzia di agire nell’interesse delle donne se tende a non prendere posizione netta qualora ad essere coinvolti siano dei suoi «Don Abbondio»?

Vescovo Milito, sollevi dalla «professione» pubblica Don Scordo, i tempi della giustizia da lei attesi si sono compiuti! Sappia che come Collettiva non abbiamo taciuto e non taceremo, che la Chiesa si assuma le sue responsabilità e paghi per le sue reticenze e complicità!
Collettiva AutonoMIA Reggio Calabria


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