Elezioni 2022 – Tutti i risultati in tempo reale
La seduta inaugurale a Montecitorio sarà presieduta dal più anziano per elezione tra i vicepresidenti della legislatura precedente. Qualora nessuno di essi sia presente, si risale ai vicepresidenti delle legislature anteriori. In loro mancanza, a presiedere sarà il deputato più anziano per età. Con lo stesso criterio verranno scelti quattro segretari d’Aula e si ricorrerà ai deputati più giovani nel caso non siano presenti in Assemblea ex di precedenti legislature.
Dopo questi primi adempimenti, la seduta verrà sospesa per convocare la Giunta provvisoria delle Elezioni per verificare le opzioni compiute dai deputati eletti in più circoscrizioni o contemporaneamente nella quota uninominale e proporzionale e i nomi dei subentranti. Faranno parte di questo organismo i deputati presenti membri della Giunta della precedente legislatura. Qualora il numero di tali deputati fosse inferiore a dodici, il presidente procederà mediante sorteggio all’integrazione del collegio.
Una volta ripresa la seduta si passerà all’elezione del presidente. In prima battuta è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti la Camera. Nel secondo e terzo scrutinio occorre la maggioranza dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti.
Se non si dovesse raggiungere un ampio accordo tra le forze politiche, è prevedibile che l’elezione del presidente avvenga tra la mattina e il pomeriggio di venerdì 14, come accaduto dal 1994 a oggi, a patto che dalle urne emergano equilibri tali da garantire almeno una maggioranza assoluta in grado esprimere un numero sufficiente di consensi.
Intanto, entro due giorni dalla prima seduta, i deputati dovranno dichiarare a quale Gruppo appartengono e nei successivi due giorni verranno convocati i Gruppi stessi per l’elezione degli organi direttivi, a partire dal presidente. Una volta concluse queste procedure, presumibilmente entro lunedì 17, verrà convocata una nuova seduta per l’elezione dell’Ufficio di presidenza (quattro vicepresidenti, tre questori e i segretari).
Senato
Differenti, pur con analogie, le procedure al Senato. La prima seduta è presieduta dal senatore più anziano di età, mentre i sei più giovani esercitano le funzioni di segretario. Stesso iter della Camera per la nomina della Giunta provvisoria delle Elezioni, composta da sette membri.
La principale diversità riguarda l’elezione del presidente, che si conclude comunque entro il quarto scrutinio, anche per il ruolo di supplente del Capo dello Stato che è chiamato a svolgere. Quindi è richiesta dapprima la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche.
Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età. Quindi entro il pomeriggio di venerdì 14 ottobre si conoscerà il nome del nuovo presidente del Senato.
Entro tre giorni dalla prima seduta, ogni senatore è tenuto ad indicare il Gruppo del quale intende far parte, mentre la riunione per la nomina dei vertici viene convocata dal presidente entro sette giorni dalla prima seduta, con la possibilità, come ad esempio accaduto nella precedente legislatura, che venga anticipata di qualche giorno rispetto a tale termine, allineandosi così con i tempi della Camera. Una volta esauriti questi adempimenti è possibile procedere all’elezione del Consiglio di presidenza (quattro vicepresidenti, tre questori e i segretari).
Guardando anche ai precedenti e considerando le urgenze che attendono il nuovo governo, in primis la presentazione della legge di Bilancio, nel giro di una settimana, probabilmente intorno a giovedì 20 ottobre, potrebbero iniziare le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per arrivare al conferimento dell’incarico e alla formazione del prossimo esecutivo.
Determinante l’esito elettorale. Nella precedente legislatura, vista l’assenza di un vincitore, trascorsero quasi tre mesi dalla data delle elezioni al giuramento del primo governo di Giuseppe Conte. Viceversa, dopo la vittoria dell’Ulivo nel 1996 e quella del centrodestra nel 2001 e nel 2008, non era passato neanche un mese dal voto quando nacquero i governi guidati da Romano Prodi e Silvio Berlusconi.