Carlo Calenda ha già fatto sapere che scioglierà domani il nodo alleanze e alla vigilia della decisione del leader di Azione si rafforza tra i dem la convinzione che l’ex ministro non sarà della partita. “Dirà di no”, afferma all’Adnkronos un dirigente Pd che sta seguendo da vicino il dossier. Anche stamattina il leader di Azione ha marcato le distanze con Verdi e Sinistra Italiana. E anche con Luigi di Maio. “Che c’entrano con l’agenda Draghi?”, ha twittato Calenda postando le immagini del corteo di ieri contro il rigassificatore di Piombino. Ed ancora: “Discutiamo di quello che volete, ma agli elettori di Azione non possiamo chiedere di votare Di Maio, Bonelli (anti Ilva, termovalorizzatori e rigassificatori) e Fratoianni (che ha votato 55 volte la sfiducia a Draghi) nei collegi uninominali”.
Nell’attesa di capire quali saranno le scelte di Azione, nel Pd va avanti il lavoro sulle candidature. Martedì prossimo inizierà al Nazareno il lavoro di scrematura delle proposte dalle direzioni provinciali Pd che dovranno far pervenire le loro indicazioni entro la giornata di lunedì. Un mix di conferme di parlamentari uscenti, amministratori ma anche nomi della società civile. Vedi Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, nome avanzato dai dem di Modena finita nell’ultime ore nell’occhio del ciclone per le indiscrezioni che vorrebbero Di Maio candidato in un collegio blindato nella città emiliana.
Oggi il Nazareno ha smentito che ci siano contatti con Roberto Fico. “Roberto Fico con il Pd? Si leggono oggi ricostruzioni del tutto inventate, senza alcun ancoraggio alla realtà. False, dunque. Nessun contatto, nessun corteggiamento, nessun coinvolgimento”, la puntualizzazione del Nazareno dopo alcune indiscrezioni. Mentre viene confermato che è in corso un’interlocuzione con i fuoriusciti M5S, Federico D’Incà e Davide Crippa.
Tra i parlamentari uscenti diverse le proposte di riconferma avanzate dalle direzioni provinciali dem. Come Alessia Morani a Pesaro, Stefano Ceccanti a Pisa, Caterina Bini a Pistoia, Andrea Marcucci a Lucca, Piero De Luca e Umberto Basso De Caro ad Avellino, Andrea Giorgis e Anna Rossomando a Torino solo per citare alcuni nomi.
Tuttavia, a quanto viene riferito all’Adnkronos, nei territori starebbe montando un certo malumore sugli accordi già stretti e in particolare sulle candidature promesse dai dem. “Molti di noi si chiedono quale sia l’apporto reale di alcune sigle, dai socialisti a Demos… Si rischiano di sacrificare candidature nostre eccellenti, personalità di esperienza, per fare posto a chi non si sa bene quanti voti porti”, è la riflessione di un esponente dem. Le ultime indiscrezioni parlano di uno schema che vedrebbe un paio di eletti sicuri nei listini per socialisti (uno certo per il segretario Enzo Maraio), altrettanto per Demos (a partire dal leader Paolo Ciani). Qualcosa in più -si parla di 5 posti – per Articolo 1 (certi Roberto Speranza e Arturo Scotto). “Ma si tratta di pochissimi posti e comunque oltre quanti, va visto quali…”, spiega chi sta seguendo in prima persona il dossier candidature.
Intanto si muove anche Matteo Renzi che di fatto oggi annuncia il Terzo Polo in modo esplicito. “La sinistra apre la campagna elettorale candidando Di Maio e parlando di tasse. La destra di Salvini e Meloni la conosciamo: sovranisti e populisti. C’è un mondo che chiede di votare altro. Noi ci siamo #TerzoPolo”. E poi Maria Elena Boschi: “Le alleanze si fanno sulle idee. Meglio il terzo polo al centro”.