Dopo la linea dura sul tetto dei due mandati, si aprono spiragli nel dialogo tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sulle regole per le candidature in vista delle elezioni 2022. Più che un confronto a due, in realtà, si tratta di una triangolazione, che oltre al garante e il leader del M5S vede coinvolto anche il Comitato di Garanzia composto da Roberto Fico, Laura Bottici e Virginia Raggi. Nelle prossime ore, al più tardi domani, dovrebbero essere rese note le regole di ingaggio per aspiranti deputati e senatori M5S.
A quanto apprende l’Adnkronos, si va verso un allargamento delle maglie, dopo giorni in cui il garante voleva tenere intatte le vecchie regole. E invece pare che Grillo sia ora pronto a cedere sia sui capilista -lasciando a Conte la possibilità di indicarli- sia sul principio di territorialità, vale a dire la vecchia regola grillina per cui ci si candida nelle file del Movimento solo nella propria regione di residenza.
Si tratta di una norma -voluta un tempo da Grillo e Casaleggio- che avrebbe messo a rischio la corsa di alcuni dei pochi big rimasti dopo la ‘tagliola’ del doppio mandato: Stefano Patuanelli e Chiara Appendino solo per fare alcuni nomi. Ebbene, il principio di territorialità dovrebbe essere superato, con il ‘lasciapassare’ del garante. Disco verde di Grillo, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, anche alla possibilità per Conte di indicare i nomi da mettere ai primi posti nei listini proporzionali. Le ‘parlamentarie’, dunque, si faranno, ma con il sistema misto chiesto a gran voce dall’ex premier.
Non avrebbe bisogno di alcuna deroga invece Alessandro Di Battista, perché la regola dei sei mesi di pre-iscrizione al Movimento (l’ex deputato si è disiscritto) non figura nel nuovo statuto ma nei regolamenti elettorali, dunque è superabile. Ma qui la questione è tutta politica, e risiede nella volontà o meno di candidarlo: tra i vertici del M5S e Di Battista prosegue infatti il silenzio.