Elezioni Francia, più di 160 candidati si ritirano per bloccare Le Pen al secondo turno
1 luglio 2024

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Elezioni Francia, più di 160 candidati si ritirano per bloccare Le Pen al secondo turno


Prende forma con il ritiro di oltre 160 candidati il piano Macron per fermare l’avanzata del Rassemblement National di Marine Le Pen. La battaglia per il secondo turno di domenica prossima è diversa da quella di ieri e la coalizione macroniana cerca ‘soluzioni’. Le parole all’ordine del giorno diventano patti “desistenza”, scelte “caso per caso” di fronte a imperativi “né (Rassemblement National) né (La France Insoumise)”.

La partita dei ‘triangolari’

La ‘partita’ si gioca con centinaia di possibili triangolari o quadrangolari. Dopo il primo turno Rn di Marine Le Pen e Jordan Bardella è ampiamente in testa, alle porte del potere, potrebbe ottenere – ma non è detto – la maggioranza assoluta, almeno 289 deputati all’Assemblée Nationale. Dietro al partito lepenista e alleati, Éric Ciotti incluso, il blocco di sinistra Nouveau Front populaire – La France Insoumise, con Parti socialiste, Ecologistes e Parti communiste – e terza la coalizione Ensemble (Renaissance-MoDem-Horizons).

Tutti contro Le Pen?

“Neanche un voto deve andare” a Rn il 7 luglio, ha detto ieri sera il premier francese Gabriel Attal, con l’obiettivo di impedire ai lepenisti – che hanno già 38 deputati eletti e 297 candidati in testa al primo turno – “di avere una maggioranza assoluta al secondo turno”. E’ la previsione più ottimista per il partito lepenista. Ma è una possibilità che Attal, salito al potere a 35 anni, debba lasciare il posto a Palazzo Matignon a Bardella, 28enne delfino della Le Pen che nei giorni scorsi assicurava non avrebbe voluto la poltrona di premier se non in caso di maggioranza assoluta. Oggi però Sebastien Chenu, esponente di Rn, dichiara che il partito è pronto a governare anche con una maggioranza relativa.

Così è alla “desistenza” l’invito ai candidati della coalizione Ensemble arrivati terzi al primo turno. Per evitare l’elezione di un deputato dell’estrema destra. Stessa linea indicata da Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, parte del blocco Nfp. La Cfdt, la Confédération française démocratique du travail, principale sindacato di Francia, invita a “impedire all’estrema destra di conquistare il potere” e sollecita, “ovunque sia presente un candidato di estrema destra, a votare per il candidato opposto che si trova nella posizione migliore per vincere”. E “indipendentemente dalla formazione politica”.

Via in 169 per fermare Le Pen

Sarebbero almeno 169 i candidati che si sarebbero ritirati in vista del secondo turno delle legislative di domenica prossima in Francia, per ‘bloccare’ l’avanzata del Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella e favorire gli aspiranti deputati che avrebbero più possibilità di battere i lepenisti. Le Monde, nel contesto dei 306 possibili “triangolari” (i ‘ballottaggi a tre’) e dei cinque potenziali “quadrangolari” alla luce dei risultati del primo turno di ieri, ha contato fino alle 17 almeno 169 ‘rinunce’, 122 da parte della sinistra, 46 nel campo della maggioranza presidenziale (Ensemble) e uno da parte dei Républicains. I candidati hanno tempo fino alle 18 di domani per depositare – o meno – la candidatura in vista del voto del 7 luglio.

Lo scoglio del voto per La France Insoumise

Eppure nelle stanze del potere, e tra i candidati, non tutti la penserebbero così. Ha già deciso di non ritirarsi la candidata di Ensemble Sylvie Casenave-Péré, arrivata terza dietro alla sorella di Marine Le Pen, Marie-Caroline (Rn) e al Nouveau Front Populaire nella quarta circoscrizione di La Sarthe.

Per l’ex premier Edouard Philippe, leader di Horizons che col pensiero al 2027 non nasconde le sue ambizioni verso l’Eliseo, “nessun voto dovrebbe andare ai candidati di Rn, né a quelli de La France Insoumise, con i quali divergiamo non solo sui programmi ma sui valori fondamentali”. Una linea che potrebbe favorire Rn.

E per il presidente di MoDem, François Bayrou, “molti francesi sarebbero assolutamente disperati nel ritrovarsi di fronte alla scelta tra Rn e Lfi”. Per lui serve “un grande” blocco “chiaramente democratico e repubblicano”. E, rileva Le Monde, nel suo discorso Attal non ha mai nominato Lfi. Dal quartier generale della campagna si precisa che la “desistenza” a favore degli “insoumis” non è esclusa. Ma i profili dei candidati verranno esaminati con attenzione perché “alcuni della Lfi sono palesemente nemici dei valori della Repubblica”, dicono dall’entourage di Attal, come si legge su Le Monde.

Le lunghe ore di Macron

Così tra timori e spaccature, è partito lo studio della situazione di ogni circoscrizione, per trovare alleanze, per bloccare l’avanzata del Rassemblement National. Mancano sei giorni al secondo turno. I candidati hanno tempo fino alle 18 di domani per depositare – o meno – la candidatura.

Macron, evidenziano i media francesi, non ha dato indicazioni chiare. Dopo il confronto con la sua maggioranza è per lui “tempo, di fronte al Rassemblement National, di un grande” blocco, “democratico e repubblicano per il secondo turno”. Anzi di un grande blocco, come suggerito da Bayrou, “chiaramente democratico e repubblicano”. Per Macron, con mandato fino al 2027, saranno forse le ore più lunghe all’Eliseo. Qui sarebbe in corso una “riunione strategica”. La “coabitazione” sarebbe dietro la porta.


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