Elezioni Liguria, Meloni lancia Bucci: "Per sinistra duravamo sei mesi, si sono svegliati sudati"
26 ottobre 2024

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Elezioni Liguria, Meloni lancia Bucci: “Per sinistra duravamo sei mesi, si sono svegliati sudati”


“I pronostici dicevano che saremmo durati massimo sei mesi, sarebbe arrivata la tempesta finanziaria, l’Italia sarebbe andata in default, nessuno vorrà stringere la mano alla Meloni a livello internazionale. Poi si sono svegliati tutti sudati…”. La premier Giorgia Meloni sale sul palco del ‘Magazzino del cotone’ al porto antico di Genova per chiudere la campagna elettorale a sostegno del candidato del centrodestra in Liguria, Marco Bucci, insieme a tutti i leader della coalizione. Maglione glitterato dorato e sneakers, la premier parte subito all’attacco della sinistra rivendicando di aver mantenuto la promessa fatta agli elettori al momento del suo approdo nella ‘sala dei bottoni’ a Palazzo Chigi: “Promisi che avremmo stravolto i pronostici e dopo due anni dobbiamo chiederci chi aveva ragione”.

Per lei una standing ovation: unica nota dissonante, il gruppo di imprenditori balneari con divise rosse che si sono alzati in piedi in segno di protesta contro la direttiva Bolkestein (‘Chiediamo la corretta applicazione della direttiva e delle sentenze della Corte di giustizia europea’, la scritta in un cartello esposto fuori dall’Auditorium, poi l’incontro di una loro delegazione con la presidente del Consiglio che li invita a Palazzo Chigi).

Manovra e giustizia

La presidente di Fratelli d’Italia difende la legge di bilancio appena varata (“una manovra di buonsenso che si concentra sulle priorità reali, non butta neanche un euro in cose cretine”) e la riforma della giustizia (“dicono che vogliamo il controllo della politica sulla magistratura, in realtà la riforma dice che il Parlamento non elegge più una parte del Csm e casomai lo togliamo il controllo della politica sulla magistratura”). In particolare torna sul caso della mail del giudice Patarnello: “La stragrande maggioranza dei magistrati vogliono solo poter fare il loro lavoro e non ne possono più delle correnti politicizzate della magistratura”. Da qui la promessa che non retrocederà sui punti chiave dell’agenda di governo: “Andremo avanti anche con le riforme: giustizia, premierato e autonomia”.

Meloni non ha dubbi sull’esito finale del voto ligure: “Fino a qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria, pregustava una vittoria schiacciante. Poi sono tornati a fare i conti con la realtà”. Poi parte l’affondo nei confronti di Giuseppe Conte per controbattere alle critiche del leader M5S sugli aumenti degli assegni contenuti nella legge di bilancio e per ribadire la sua opinione negativa sul superbonus: “Ci vuole veramente una faccia di marmo di Carrara per sostenere che si sarebbe dovuto fare di più sulle pensioni minime”. Pronta la replica dell’ex premier, che interpellato dall’Adnkronos rimarca: “Meloni ha la faccia di una bugiarda seriale per parlare solo dei costi e non dei ritorni del superbonus sull’occupazione e sulla crescita del Paese, per non parlare dei 209 miliardi che le abbiamo lasciato…”.

I due anni di governo

Meloni snocciola i ‘fatti’ del suo governo e rincara la dose contro le opposizioni: “La sinistra continuiamo a farla guardare dal buco della serratura, loro si divertono così. Noi intanto lavoriamo e restiamo compatti”. La premier si sofferma sul tema caldo delle risorse alla sanità: “Ci accusano di tagliare i soldi alla sanità? Con questa manovra ci saranno 136,5 miliardi di euro. Ce l’avete il telefono? Prendete la calcolatrice un attimo e fate 136,5 meno 114,5. Dal 2019 a oggi sul fondo sanitario ci sono ventidue miliardi di euro di differenza… Come si faccia a sostenere che questo significa tagliare i soldi sulla sanità per me è un assoluto mistero. Può essere che a sinistra siano proprio scarsissimi in matematica – ironizza – gli regaleremo una calcolatrice…”.

La presidente del Consiglio elogia Bucci senza mai citare lo sfidante Andrea Orlando: “Abbiamo messo in campo l’uomo migliore. Penso che per la Regione è una grande occasione quella di poter avere a presidente un uomo come Marco”. E ringrazia il frontrunner del centrodestra per aver accettato la sfida nonostante la malattia, definendo “osceni” gli attacchi a lui rivolti. Il comizio finale è anche l’occasione per il debutto a una manifestazione del centrodestra del sindaco di Terni Stefano Bandecchi che ‘apre’ gli interventi dei leader: “Bucci sarà l’inizio di una nuova era. Qui si gioca la partita del domani, difficile, non perdete tempo, chiamate i vostri amici, chi non va votare da anni. Liguria, Emilia e Umbria, pensavano a un 3-0, oggi sanno che sarà possibile un 1 a 2…”.

Maurizio Lupi, leader di ‘Noi Moderati’ cita Silvio Berlusconi: “Siamo una squadra, il governo Meloni sta diventando un modello. Piaccia o non piaccia, è tornato un governo politico: Berlusconi diceva che la vera moralità non è l’onesta a cui dobbiamo tutti attenerci chiaramente, ma la moralità del fare. L’essenza della politica è il fare”.

Antonio Tajani, segretario nazionale di Fi, lancia Bucci (“Chi vuole costruire è più forte di chi vuole distruggere,questo è stato Bucci a Genova e lo sarà in Liguria”), sferza Orlando (“E’ di estrema sinistra, non è un moderato”), ribadendo che la “partita si vince al centro”. Il ministro degli Esteri indica la strada agli azzurri: “C’è un grande spazio anche di ex elettori del Pd che sono in cerca di punti di riferimento. Forza Italia deve cercare non i voti della Lega o di Fratelli d’Italia ma quei voti di ex Pd per allargare la piattaforma elettorale”.

Duro contro la sinistra anche Matteo Salvini: “A giudicare dal rapporto amorevole fra Conte, Grillo, Renzi e il resto del mondo, il campo largo si è ridotto a una partitina di burraco…”. Il numero uno della Lega non dimentica l’era Toti da dove tutto è partito (“Se siamo qua è anche grazie alla sua gestione, non c’è niente da cancellare”) chiede alla coalizione di “restare unita” ed esalta la forza anche fisica di Bucci: “Pena umana e compassione per chi ha usato come argomento politico la salute di Marco Bucci, piccoli uomini…”.


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