La morte della regina Elisabetta II piomba su un Regno Unito stressato da cambiamenti politici repentini, con l’addio di Johnson e l’arrivo di Truss, e da una crisi economica tra le peggiori fra gli stati più sviluppati.
L’arrivo di Carlo III sul trono segna l’inizio di una nuova era per il Paese, caratterizzata soprattutto da incertezza economica.
I timori di recessione in Regno Unito sono più che realistici, mentre l’inflazione a doppia cifra, al 10,1% con potenziali rialzi fino al 20% secondo Goldman Sachs, pressa la BoE a nuovi aumenti dei tassi.
Secondo un esperto di economia, “nel 2007 il Regno Unito era più ricco degli Stati Uniti. Il suo Pil pro capite era di circa $ 50.000. Ora, 15 anni dopo, il Regno Unito non solo ha ristagnato, è più povero di un quinto rispetto a 15 anni fa. Il suo Pil pro capite è più vicino a $ 40.000. Quasi sicuramente le cose peggioreranno”.
Come sottolineato da Money.it, Truss ha svelato un ampio pacchetto di incentivi per aiutare i britannici con le bollette energetiche, dal valore di 100 miliardi di sterline e in grado di ridurre l’inflazione di 4-5 punti percentuali. Ma gli economisti hanno avvertito che la mossa potrebbe complicare il già arduo compito della Banca d’Inghilterra di contenere i prezzi record.
Senza dimenticare che la Brexit sta ancora impattando sul bilancio nazionale, con nodi logistici per le merci e mancanza di manodopera.
Inoltre, secondo alcune analisi, la sterlina è in focus: “C’è una forte possibilità che il re Carlo III sarà il primo monarca britannico a pagare più di una sterlina per un dollaro o per un euro”.
La monarchia deve anche affrontare continue critiche sul suo essere obsoleta e sul peso per le finanze pubbliche in un Paese in preda a una crisi del costo della vita.