Emilia-Romagna, ricerca Adnkronos, Bertini: "I candidati non colgono il vento"
26 ottobre 2024

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Emilia-Romagna, ricerca Adnkronos, Bertini: “I candidati non colgono il vento”


Per commentare la ricerca condotta da Adnkronos attraverso la piattaforma SocialData, che ha analizzato le conversazioni online dei cittadini emiliano-romagnoli, abbiamo chiesto un commento a Carlo Bertini, notista politico del gruppo editoriale Nem. “Quel che stride, a leggere i trending topic registrati da Socialdata, è quanto poco i programmi dei candidati alla presidenza dell’Emilia Romagna mettano al centro le tematiche più discusse. Guardate qui: i dati del ministero dell’Interno certificano che non c’è alcun allarme criminalità, che l’Italia è più sicura rispetto a dieci anni, fa, ma è proprio la sicurezza a raccogliere il sentiment più negativo. Anche nella placida Emilia Romagna tutti si spaventano, pare, ad uscire di casa la sera. Tranne a Bologna, unica delle metropoli italiane infatti che segna un calo di quasi il 6 per cento dei reati denunciati rispetto al 2019. Sotto le Due Torri il trend negativo sui social media rilevati dalla ricerca si concentra sull’energia e sui trasporti, a differenza che nel resto della regione”.

Prosegue il cronista, “se la sicurezza domina i pensieri degli elettori, non domina i pensieri dei candidati alla carica di governatore in palio il 16-17 novembre in Emilia-Romagna: nessuno la mette al centro dei suoi impegni, il favorito Michele De Pascale men che meno. Sanità, innovazione, lavoro e green, mobilità e welfare sono i suoi cavalli di battaglia”.

Secondo Bertini, “il primo punto è che c’è una distanza, uno iato, un canyon tra gli elettori e chi vuole governarli. I candidati governatori forse tengono poco conto della percezione di insicurezza, che è un po’ come il caldo percepito quando c’è il picco di umidità: è molto maggiore della temperatura rilevata. E quale è il fattore scatenante di tale percezione falsata rispetto ai dati reali, meno ansiogeni, sulla sicurezza in Italia? Saranno forse i media tradizionali, la tivù che scodella valanghe di ansia con talk a tema fisso sull’equazione più immigrati-più reati? In ogni caso, il trend negativo sulla sicurezza è identico in ogni paese d’Europa, il problema di una percezione del rischio esiste, malgrado la realtà dei numeri sia diversa”.

Per spiegare il fenomeno, il giornalista usa un paradosso: “si può dire che l’Emilia Romagna indossi a rovescio la dottrina di J.K. Galbraith: nel suo best seller “La Società Opulenta” l’economista americano, consigliere di JFK, denunciava come la crescita della ricchezza dei singoli attraverso il capitalismo e il liberismo producesse una peggiore qualità dei servizi pubblici (strade, scuole, etc.). Nella regione del “bon vivre” è stata invece proprio la crescita della qualità dei servizi pubblici a far aumentare la qualità della vita. E gli emiliano-romagnoli ringraziano, se è vero, come si vede dalla ricerca AdnKronos-Socialdata, che “l’identità culturale e storica dell’Emilia Romagna è una componente essenziale del dibattito pubblico”. Che il made in Italy sia al centro delle interazioni, inteso come innovazione e tecnologia, quali elementi identitari del territorio. E che più in generale tutte le analisi mostrino la soddisfazione per la possibilità di conciliare lavoro e famiglia”.

“Bastano questi fattori – prosegue – per avere una conferma di quanto per il centrodestra sia ardua la sfida per strappare la rossa Emilia Romagna ad una sinistra che ha in questa regione una roccaforte consolidata: un territorio da cui il Migliore, ovvero Palmiro Togliatti, già settanta anni fa pescava i più rocciosi dirigenti per dare forza e solidità al “suo” Pci: con il diktat leggendario che “agli emiliani va affidata l’organizzazione”. Senza discutere. Se chi ci vive è orgoglioso della sua terra è anche perché questa capacità pone l’Emilia-Romagna al top per benessere e qualità della vita: sanità top, scuole top e via dicendo. E quindi va da sé che Elena Ugolini, coraggiosa sfidante civica sostenuta da tutto lo schieramento di centrodestra, provi a smentire che nella regione funzioni tutto al meglio. Dei sei punti che corredano il suo guanto di sfida: welfare, sanità, scuola, lavoro, infrastrutture e pubblica amministrazione, lei vuole evidenziarne le lacune. Si capisce, gli scontenti sono sempre una maggioranza, i mugugni imperano malgrado tutto”.

Bertini conclude con un elemento che colpisce chi legge la ricerca: “nel programma del centrosinistra non svetta il dissesto idrogeologico, dopo i ripetuti disastri delle alluvioni nella regione e malgrado l’ambiente figuri tra i trending topic. C’è anche da chiedersi perché, dopo sicurezza, trasporti ed energia, nella top five dello scontento spicca proprio il sentiment negativo per la politica, che svela una popolazione critica verso le dinamiche politiche regionali. Ormai la stanchezza per i poteri consolidati e ossificati fa tendenza in tutta Italia. Ma malgrado ciò i sondaggi sorridono a Michele De Pascale, il candidato governatore del centrosinistra. A differenza che in Liguria e Umbria, l’assetto attuale dell’Emilia Rossa (sulla carta) non dovrebbe dar adito a sorprese. Forse perché in E.R. si vive tutto sommato bene e la sanità è un’eccellenza. Ecco perché non figura tra i trend, pochi parlano sui social delle cose che funzionano”.


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