ex presidente Consulta Mirabelli: "vaccini per classi di età e rischio presunto per garantire diritto a salute"
26 marzo 2021

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ex presidente Consulta Mirabelli: “vaccini per classi di età e rischio presunto per garantire diritto a salute”


Errori di logistica e inciampo nella trappola delle categorie. A questi due impedimenti intercorsi “occorre prestare attenzione da un punto di vista costituzionale: per quanto riguarda la tutela della salute come diritto fondamentale e la logistica, per la cui ottimizzazione è necessaria un’ingegnerizzazione del piano vaccinale”. A parlare con l’Adnkronos è l’ex presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli che, commentando l’intervento in cui sul Corriere della Sera l’ex vice presidente della Consulta Enzo Cheli ha definito incostituzionale il non aver vaccinato i più anziani, conferma: “non è per categorie di nomenclatura che si doveva procedere, ma per rischio presunto. La vaccinazione per classi di età avrebbe garantito il diritto alla salute dei più esposti ed agendo trasversalmente avrebbe limitato discriminazioni. Tanto più che ogni parcellizzazione rallenta la velocità di vaccinazione mentre la rapidità è essenziale”.

Il ragionamento per categorie è foriero di controsensi: “Da ex professore universitario (categoria vaccinata – ndr) dico che nelle lezioni frontali la distanza è tale per cui il rischio non sussiste mentre c’è maggiormente per la cassiera”, rileva Mirabelli che da ottantenne ha già ricevuto entrambe le dosi. “La pandemia – spiega il costituzionalista – è competenza esclusiva dello Stato che deve intervenire regolando lì dove il sistema non funziona. Come fosse uno ‘stress-test’ delle istituzioni in materia sanitaria. Invece ciò che è mancato è la pianificazione anticipata. Già dall’estate scorsa, per evitare contestazioni, il Governo avrebbe dovuto organizzare l’acquisizione dei vaccini e la catena di distribuzione procedendo trasversalmente fra le categorie per classi di età in ordine decrescente, attraverso un sistema unitario gestito dall’Iss. Andare per categorie infatti complica: coglie oltre chi è a rischio anche chi rischio non ha”.

A questo punto? “Non si può tornare indietro, organizzando il non organizzato: ma si può procedere con ordine – risponde l’ex presidente della Consulta – Dal punto di vista istituzionale attraverso una forte collaborazione tra stato e regioni ed un meccanismo di adeguamento a criteri unitari per l’efficientizzazione dell’organizzazione e buona logistica”. Con ben chiaro un concetto: “Il potere e la responsabilità ultima sono del governo, che può sostituirsi ai poteri regionali non adempienti”.

(di Roberta Lanzara)


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