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10 luglio 2020

News

Faisa-Cisal: «La beffa del Covid, duemila lavoratori senza cassa integrazione ma le aziende percepiscono totalmente i contributi»


Si è tenuta a Lamezia Terme la conferenza stampa della Faisa Cisal Calabria per denunciare le gravi difficolta in cui versano i lavoratori del trasporto pubblico locale e interregionale su gomma.

Con il contributo dei vertici della sigla sindacale Francesco Elia, Segretario regionale Faisa-Cisal Calabria, Francesco Bruno, Segretario Federazione Cosenza, Vincenzo Maida, Segretario Federazione Crotone, Domenico Marchio, Segretario Federazione Catanzaro, Fabio Nania Esecutivo Faisa-Cisal Calabria, Francesco Antonio Sibio, Componente Esecutivo Nazionale Faisa-Cisal, è stata illustrata agli organi di stampa la paradossale situazione di cui sono vittime oltre due mila lavoratori del comparto.

Da marzo non ricevono la cassa integrazione, le aziende fanno muro e non sono disponibili ad anticiparla, ma nel frattempo il settore è ripartito e così i guadagni che insieme ai contributi regionali che non sono mai stati tagliati hanno preservato decisamente i privati. «Se è vero che per mesi c’è stato un fermo o si è lavorato a scartamento ridotto – ha spiegato Faisa Cisal – è pur vero che per le ditte sono solo diminuite le spese in termini di manutenzione e carburante. Alcuni – denuncia il sindacato – hanno anche sospeso le assicurazioni. «Le vere vittime sono i lavoratori – ha detto Francesco Antonio Sibio, dell’esecutivo nazionale – da quattro mesi non portano a casa un euro. Il settore è delicato e tanti sono gli aspetti difformi rispetto al Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. Vogliamo risposte, sia per quanto riguarda la “bomba” innescata dal Covid che per quanto concerne il Ccnl». Ma non solo. Nel caso delle corse interregionali il distanziamento sociale ha sì portato a una diminuzione dei posti vendibili, ma anche ad una maggiorazione del biglietto. «Le aziende dei trasporti sono le uniche che stanno facendo cassa – ha aggiunto il segretario regionale Francesco Elia – perché sono solo gestori delle concessioni della Regione e vivono almeno all’80 per cento con i contributi regionali. Con il Covid hanno tagliato il 75 per cento delle spese complessive e hanno mantenuto il cento per cento degli apporti della Regione. La crisi ha toccato solo i lavoratori».
Le aziende, insomma, hanno blindato le loro entrate mentre sono i lavoratori a navigare in acque agitate. E la Faisa Cisal ha intenzione di non mollare e di tenere la barra dritta. Il segretario provinciale Domenico Marchio chiede le dimissioni della Santelli, mentre il componente dell’esecutivo nazionale Sibio afferma: «Va sconfessato definitivamente che le aziende del trasporto pubblico regionale e interregionale abbiano avuto difficoltà a causa del Covid, le difficoltà le hanno avute e le stanno avendo i lavoratori. Vogliamo risposte».


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