Pochi, però, raccontano, avevano creduto alla proposta di Tajani, anche perché una votazione di fatto aprirebbe una resa dei conti interni, dagli esiti imprevedibili, che come primo evidente risultato porterebbe all’ufficializzazione della spaccatura tra l’ala moderata e quella sovranista del partito. Fin quando non si troverà una soluzione, spetterà a Roberto Occhiuto tenere le redini del gruppo a Montecitorio in qualità di ‘facente funzioni’. Il problema, però, è che Occhiuto resta uno dei papabili successori della Gelmini e nello stesso tempo è in pole anche per la corsa alla presidenza della Regione Calabria come candidato del centrodestra in quota Fi.
Occhiuto, calabrese doc apprezzato per le sue qualità di mediatore, ha già fatto sapere che ci tiene tantissimo a fare il governatore della sua Regione, ma non avrebbe ricevuto il via libera ufficiale dagli alleati, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sempre alle prese con la griglia dei nomi dei candidati sindaci delle grandi città chiamate al voto in primavera, da Milano a Napoli.
L’ok atteso di Lega e Fdi potrebbe anche non arrivare, visto che le elezioni in Calabria (previste l’11 aprile) così come l’intera tornata di amministrative, potrebbero slittare a ottobre per la crescita dei contagi (gli ultimi rumors parlano di un Cdm già domani per deliberare il rinvio, al massimo alla seduta successiva). La prospettiva di andare alle urne tra sei mesi, riferiscono, potrebbe essere il pretesto dei leader della coalizione per congelare tutto e prendere tempo.
La partita del capogruppo a Montecitorio, secondo alcuni azzurri, sarebbe legata a doppio filo anche con quella della vicepresidenza della Camera, casella rimasta vacante dopo l’ingresso nella squadra di ‘Super Mario’ di Mara Carfagna. Pertanto, in attesa dei prossimi sviluppi della situazione politica, Occhiuto potrebbe rimanere presidente dei deputati forzisti ancora per molto, almeno fino all’estate, mettendo la ‘sordina’ alle diatribe interne sul ‘dopo Gelmini’.