“Sono stato in magistratura fino al 2017 e non ho mai visto un evasore in manette“. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo a un convegno alla Milano Luiss Hub. “Il che significa che o qualcosa non ha funzionato o si parte da un principio sbagliato. Cioè che la legge penale abbia un effetto dissuasivo repressivo”. “Il criminale quando decide di delinquere non va a spulciare il codice penale per vedere la pena, pensa sempre di farla franca – ha sottolineato Nordio -. Tutto questo ha provocato però una serie di processi penali assolutamente inutili, dannosi per tutti”.
La legislazione tributaria attuale, “purtroppo, è schizofrenica e piena di ossimori”, mentre il sistema sanzionatorio nuovo “rappresenta un’assoluta novità e si inserisce in un più ampio programma di risoluzione della giustizia”, che punta in primis alla “semplificazione normativa”. Il ministro ha, poi, citato le parole del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sottolineando che “l’approvazione della delega sulla riforma fiscale è una vera e propria svolta per l’Italia, una rivoluzione attesa da 50 anni. Con il nuovo fisco delineiamo una nuova idea d’Italia, vicina alle esigenze dei contribuenti e attrattiva per i contribuenti”.
“Se l’imprenditore onesto decidesse di assoldare un esercito di commercialisti, dicendo loro ‘io pago fino all’ultimo centesimo di imposte e pago voi e voi mi dovete far dormire sonni tranquilli’ non ci riuscirebbe, perché comunque qualche violazione verrebbe trovata” aggiunge il Guardasigilli.
“Per quanto riguarda i reati più gravi, come la corruzione, vige il principio citato più di duemila anni fa da Tacito: più la Repubblica è corrotta più sforna leggi e più leggi sforna e più rende complicate le procedure e aumenta le porte alle quali il cittadino deve bussare per ottenere il provvedimento”. “Così è probabile che aumenti la possibilità di arrivare a una serratura che non si apre e arriva qualcuno che dice che la devi ungere - osserva Nordio -. Ecco dove si annida il sistema della corruzione: nell’incertezza delle normative, delle competenze, nella complessità delle procedure”.