Forza Italia, inizia l'era Tajani: tregua tra le correnti e Fascina assente
15 luglio 2023

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Forza Italia, inizia l’era Tajani: tregua tra le correnti e Fascina assente


Il Consiglio nazionale di Forza Italia, il primo senza Silvio Berlusconi, chiamato a eleggere Antonio Tajani reggente del partito, si apre con un omaggio alla memoria del leader azzurro. Un lunghissimo applauso, durato oltre cinque minuti, rivolto da tutti i presenti in sala al fondatore del movimento lanciato nel ’94. Tra i 213 delegati con diritto di voto in prima fila ci sono i vertici attuali: oltre a Tajani, i capigruppo Paolo Barelli (fedelissimo del vicepremier) e Licia Ronzulli, la ministra Anna Maria Bernini, i vicepresidenti di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Giorgio Mulè, il governatore della Sicilia Renato Schifani, il capo delegazione a Bruxelles, Fulvio Martusciello. Per lo più esponenti storici. Assenza annunciata Marta Fascina, che è rimasta ad Arcore dopo la scomparsa dell’ex premier e da allora non ha mai rilasciato dichiarazioni, né partecipato a riunioni di partito. Al suo posto, i fedelissimi Stefano Benigni, Alessandro Sorte e Tullio Ferrante.

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Tutte le ‘correnti’ assistono e contribuiscono al debutto dell”era Tajani. Almeno per oggi hanno sotterrato l’ascia di guerra. Poi si vedrà. Il dolore per la morte del ‘Dottore’ è ancora forte. Sono passati appena 30 giorni, nessuno se la sente di alimentare polemiche. E forse anche per questo si è deciso di non fare nessuno intervento dopo l’elezione di Tajani a ‘segretario nazionale’, anche se in scaletta erano iscritti a parlare una quindicina di azzurri. E’ la stessa Ronzulli a proporre di ‘annullare’ ogni discorso. La liturgia di partito con tanto di notaio (Claudio Togna) si consuma veloce attraverso una serie di modifiche statutarie, condivise da tutti (raccontano ci sia stato l’ok non solo della famiglia del Cavaliere che ha mandato una lettera di saluto a Tajani, ma anche di Gianni Letta).

Berlusconi è presente, stilizzato, sul palco, rigorosamente azzurro, con il suo volto sorridente e lo slogan che più amava (‘Chi ci crede combatte’), alle spalle degli oratori. Viene proiettato anche un video sulla sua avventura, dalla discesa in campo in poi, e non manca, nel finale, l’inno storico di tutte convention, ‘E Forza Italia, dai che siamo tantissimi.’ Tajani, vero protagonista della giornata, sembra il più emozionato (“Ci credo”): si commuove più volte, la voce si incrina in vari passaggi, quasi piange alla fine del suo primo discorso da guida del partito, quando ringrazia moglie e figli. E’ sua la decisione di ‘ritirare la cosiddetta maglia numero 10′: ovvero, la scelta di farsi chiamare per statuto ‘segretario’ perché c’è solo un presidente, ed è Berlusconi, come cantavano i fan azzurri alle convention. Quando tutto è finito, per congratularsi con Tajani nella sala del buffet compaiono anche ex parlamentari, come Simone Baldelli e Anna Maria Grazia Calabria.


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