Alessandro Galimberti
25 settembre 2017
Alessandro Galimberti

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Galimberti (Unci): «Non è più accettabile l’idea che internet sia il regno della irresponsabilità, della libertà di offendere e della celebrazione del falso»


L’intervento del presidente nazionale dell’Unci Alessandro Galimberti ha concluso il secondo seminario su Libertà d’informazione nuovi media, organizzato dall’Unione nazionale cronisti italiani e dalla sezione Unci di Siracusa in collaborazione con l’Assostampa provinciale aretusea e con l’Ordine regionale dei Giornalisti, che si è svolto a Siracusa nell’aula magna del Liceo scientifico statale «Orso Mario Corbino».

Dopo un breve indirizzo di saluto ai partecipanti a cura della preside dell’Istituto, Carmela Fronte, del segretario provinciale dell’Assostampa, Prospero Dente, e del presidente regionale dell’Unci, Andrea Tuttoilmondo, ha introdotto i lavori del seminario il fiduciario della sezione Unci di Siracusa, Francesco Nania.

Sono poi intervenuti il segretario regionale dell’Assostampa, Alberto Cicero, il vicepresidente nazionale dell’Unione cronisti, Leone Zingales, ed il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Santo Gallo.

Così la preside Fronte: «Importanza dell’informazione e le insidie, deve essere soprattutto corretta. Anche noi lavoriamo su fake news e cyberbullismo per prevenire questi utilizzi impropri della rete».

Per Prospero Dente il tema delle nuove tecnologie e delle notizie diffuse dalla rete è un «argomento che ci investe in prima persona. Ognuno si confronta con questo universo di 2 miliardi di abitanti (social network), quindi la nostra responsabilità deve essere adeguata. Non dobbiamo mai confondere la verità con un post».

Per Andrea Tuttoilmondo «dall’anno zero al 1450 la tecnologia è stata immobile. Oggi la velocità di sviluppo è impressionante, tra due anni ci saranno tecnologie nuove che impatteranno ancora sul nostro modo di lavorare».

Zingales prima degli interventi programmati, ricordando «la battaglia per la legalità e la lotta alla criminalità organizzata che l’Unci conduce con passione civile da diversi anni e che ha promosso la Giornata della Memoria dedicata ai giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, ha chiesto ai partecipanti di osservare un minuto di silenzio per ricordare tutti i giornalisti “caduti”, a cominciare da Mario Francese e Giuseppe Fava che erano originari di Siracusa e Palazzolo Acreide».

Per Alberto Cicero, segretario regionale dell’Assostampa siciliana, è arrivato il momento di «riproporre il bollino blu per riconoscere i siti d’informazione che rispettano regole etiche deontolologiche ma anche il contratto di lavoro e le tutele sindacali e previdenziali. Il 40% dei giornalisti che lavorano nel settore on-line in Italia non ricevono alcun compenso. Questo dato drammatico spiega tutto. Qual è il compenso? Un favore, uno scambio? E perché non c’è un reato di informazione di scambio? I media che rispettano le regole in questo contesto non possono stare più sul mercato».

Per il vicepresidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales «le nuove tecnologie e la crisi economica hanno determinato una profonda trasformazione del mondo dell’informazione. Una trasformazione che è ancora in corso e che non si esaurirà e breve. I risultati statistici li conosciamo. Soprattutto la stampa cartacea ha sofferto l’ingresso dei new media e sono sotto gli occhi di tutti i dati relativi alle vendite giornaliere dei quotidiani, al minimo storico per numerose testate».

Per Santo Gallo, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti «la situazione dell’editoria è devastante con la chiusura di nuove redazioni ed ormai il 65% degli iscritti è precario o disoccupato. Otto su dieci hanno un reddito intorno ai 10 mila euro, quindi sotto la soglia di povertà. Non a caso è esploso il fenomeno delle fake news che ci pone tanti problemi, ma anche delle riflessioni. Occorre che vengano introdotti elementi di identificabilità del lavoro dei giornalisti. Le gante che naviga in rete deve potersi fidare di ciò che legge e quindi le va detto quando un articolo è scritto da un giornalista iscritto all’Ordine e quando è scritto da un non giornalista svincolato dall’obbligo di valutare l’attendibilità delle fonti».

«La disintermediazione provocata dai nuovi media», ha osservato nelle sue conclusioni il presidente nazionale dell’Unci, Alessandro Galimberti «pone questioni nuove, gravi e urgenti sia agli organi rappresentativi della categoria, ma soprattutto al legislatore nazionale e al regolatore internazionale. Non è più accettabile l’idea che internet sia il regno della irresponsabilità, della libertà di offendere e della celebrazione del falso».
(Fonte: Unci)


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