“Nell’ipotesi che venga approvato il price cap sul gas, prima deve diventare una norma europea, poi i singoli Stati Ue la dovranno recepire e poi applicarlo. Io credo che, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno due o tre mesi” perché le bollette calino. Ad affermarlo è il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un’intervista nel corso della trasmissione di Porta a Porta che andrà in onda questa sera su Rai 1.
“Abbiamo ridotto la dipendenza dal gas russo dai circa il 40% di pochi mesi fa a più o meno il 18-20% attuale, circa la metà. La cosa fondamentale che dobbiamo fare all’inizio del 2023 è installare il rigassificatore che abbiamo già acquistato per poter usufruire di 5 miliardi di metri cubi, in modo che con questa iniezione si possa ulteriormente dimezzare la dipendenza. In caso di eventi di natura estrema come un sabotaggio a un gasdotto russo o un inverno particolarmente freddo, dovremmo essere pronti ad un piano di risparmio”, ha affermato ancora Cingolani.
“Noi abbiamo già superato il 90% degli stoccaggi e comunque le nuove forniture dell’Algeria sono triplicate. Il percorso che stiamo facendo in Europa sta andando nella giusta direzione”, ha sottolineato.
“La Germania ha dichiarato di mettere 200 miliardi, che nessuno ha ancora visto, per fare una mitigazione dei costi. E’ esattamente quello che abbiamo fatto noi con i 66 miliardi messi negli ultimi 12 mesi. La Spagna ha messo un tetto nazionale al prezzo del gas, ma lo ha fatto perché è un Paese energicamente isolato. Nel caso dell’Italia sarebbe difficilissimo, sarebbe addirittura un suicidio energetico, perché noi siamo interconnessi con mezza Europa, se mettessimo un prezzo al nostro gas, la comprerebbero tutti i colleghi europei e noi daremmo la differenza agli operatori, usufruirebbero gli altri del nostro sforzo per pagare di meno. La Francia, prima ha contingentato una parte dell’energia nucleare, poi ha aumentato questa quantità e di fatto ha dovuto nazionalizzare Edf”. , ha spiegato ancora il ministro.
“Il costo del gas dipende da questa malaugurata convenzione che ci fa fare i prezzi attraverso il mercato Ttf olandese che è un mercato volatile, poco affidabile”, ha quindi ricordato Cingolani.
“Noi – ha aggiunto – abbiamo concordato con tutti gli stati membri di costruire un documento leggero, che avrà una dozzina di punti fermi. Il concetto di fondo è visto che l’indice Ttf è poco affidabile, bisogna riferire il prezzo del gas ad un indice medio che tiene conto di altre borse molto più solide e meno perturbate”.
“Mi sto impegnando fortemente per passare tutto quello che stiamo facendo anche al futuro governo, su questa cosa ci deve essere una continuità dell’Italia al livello internazionale nella speranza di non perdere neanche un giorno nel passaggio. Non si deve perdere nemmeno un giorno nel passaggio e ho trovato molta ricettività dall’altra parte”, ha concluso.