Gaza, spiragli per una tregua
29 ottobre 2024

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Gaza, spiragli per una tregua. Israele vieta attività Unrwa nel Paese


Mentre Israele ha approvato la legge che mette al bando le attività dell’Unrwa nel Paese, si intravedono spiragli per una tregua a Gaza. Il direttore della Cia, Bill Burns, nel corso della sua missione a Doha, ha discusso una proposta di cessate il fuoco di 28 giorni a Gaza, in cambio del rilascio di otto ostaggi israeliani tenuti da Hamas e di decine di prigionieri palestinesi. Lo rivela Axios, citando tre fonti israeliane. La proposta è stata discussa negli incontri che Burns ha avuto domenica con i colleghi di Israele e Qatar. Secondo il sito, nell’ambito dell’accordo, Hamas libererebbe “otto donne di tutte le età o uomini oltre i 50 anni”.

Knesset approva disegno di legge che vieta attività Unrwa

Il Parlamento israeliano ha nel frattempo approvato il disegno di legge di divieto delle attività dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in territorio israeliano il prossimo anno. Il testo è stato approvato a grande maggioranza: a favore hanno votato da 92 dei 120 membri del parlamento, 10 hanno votato contro.

 “Scandaloso”. Così l’Unrwa ha reagito al voto. “E’ scandaloso il fatto che un Paese membro delle Nazioni Unite cerchi di smantellare un’agenzia dell’Onu che si sta rivelando il principale protagonista di operazioni umanitarie a Gaza”, ha dichiarato all’AFP Juliette Touma, portavoce dell’UNRWA.

Di una nuova strage di civili palestinesi a Gaza ha riferito dall’agenzia di stampa Wafa, secondo cui 55 persone – tra cui donne e bambini – sono state uccise e decine di altre ferite in un raid israeliano che ha colpito un edificio residenziale di cinque piani a Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza. Il condominio ospitava circa 150 sfollati. Decine di altre persone risultano ancora disperse in seguito al bombardamento.

Progressi per un accordo sul cessate il fuoco anche in Libano, dove il 30 settembre scorso è iniziata l’operazione di terra lanciata da Israele. Secondo quanto riferito al sito Ynet da fonti israeliane, l’intesa, che coinvolge mediatori internazionali, prevederebbe un cosiddetto “periodo di adattamento” di 60 giorni, durante i quali le due parti cesserebbero il fuoco e si impegnerebbero all’attuazione della risoluzione 1701 dell’Onu.

L’accordo includerebbe anche un sistema di supervisione internazionale per controllare e affrontare le segnalazioni di violazioni. Israele si riserverebbe il diritto di intraprendere azioni militari se l’esercito libanese o le forze Onu non affrontassero le violazioni. Infine, in base all’intesa, dovrebbe essere impedito il riarmo di Hezbollah, vietando l’ingresso di armi in Libano, riferisce ancora Ynet, secondo quanto rilanciato dal Times of Israel.

Droni dal Libano e dallo Yemen

Intanto però un drone è esploso questa mattina in un’area aperta presso la città meridionale israeliana di Ashkelon è stato lanciato dallo Yemen. A renderlo noto sono le Forze di difesa israeliane, precisando che l’impatto al suolo ha provocato un piccolo incendio ma nessun danno alle persone.

L’Idf ha anche dato notizia dell’esplosione di un drone lanciato dal Libano nella zona di Nahariya. Dalle immagini circolate, informa il Times of Israel, il drone sembra esplodere in aria al di sopra di un ponte pedonale nella zona della stazione ferroviaria. La conseguente pioggia di schegge ha causato lievi danni ad un convoglio. Un terzo drone, lanciato anch’esso dal Libano questa mattina è stato abbattuto dalle forze di difesa sull’Alta Galilea, conclude l’Idf.


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