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14 febbraio 2017

News

Già operativo il Comitato «Due Sì al Referendum» dell’Alto Tirreno Cosentino


Per riaffermare il valore imprescindibile del lavoro, svuotato nel tempo dalla «filosofia» della globalizzazione e da norme umilianti per moltissimi lavoratori, che si concretizzano, soprattutto, nelle intervenute modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (ma il pertinente quesito sui licenziamenti non è stato dichiarato, come noto, ammissibile dalla Consulta) e nella precarizzazione del lavoro attraverso i «voucher», nonché per abrogare le norme attuali che limitano la responsabilità solidale nel comparto degli appalti.

Sono queste le motivazioni del Comitato Due Sì al Referendum dell’Alto Tirreno Cosentino, che fa capo agli stessi promotori di quello che sullo stesso territorio ha portato avanti con soddisfazione la recente vincente campagna referendaria avverso le modifiche alla Carta Costituzionale, vale a dire Antonio Forestieri, dirigente regionale di Sinistra Italiana, Raffaele Papa, coordinatore provinciale di Italia del Meridione, Letterio Licordari, esponente di Risorgimento Socialista, Tiziana Forestieri e Maria Giovanna Bloise, rappresentanti dei cittadini.

I promotori del Comitato si sono, peraltro, incontrati nei giorni scorsi con Mimma Iannello e Dario Pappaterra, dirigenti territoriali della Cgil, sindacato promotore dei referendum attraverso la raccolta di oltre 4 milioni di firme, al fine di pervenire a maggiori e più incisive sinergie per questa nuova sfida referendaria, ormai prossima (ma non se ne conosce ancora la data), non trascurando il fatto che, trattandosi di quesiti abrogativi, è richiesto il quorum.

L’attività di condivisione dei temi referendari sarà rivolta ad una ampia platea di elettori con l’ulteriore sostegno di Associazioni, Gruppi, Partiti politici, lavoratori e pensionati, spaziando dall’area cattolica a quella laica.

Sono argomenti di notevole impatto sociale, interessando quasi tutti i nuclei familiari, ed essendo sensibilmente peggiorate nel tempo le condizioni del lavoro e disconosciuti diritti e tutele, oltre alla carenza di stabilità e delle garanzie retributive e previdenziali.

Liberare il lavoro dalle politiche liberiste che hanno generato il Jobs Act, l’espressione mal gestita di una politica malaccorta e inadeguata in tema di lavoro, soprattutto in questo frangente economico e sociale di un Paese che dovrebbe «realmente» virare verso la crescita: è questa la nuova battaglia che vedrà in prima linea il Comitato Due Sì al Referendum, la Cgil e tutti gli altri referenti sul territorio, anche attraverso convegni e incontri volti a sensibilizzare «nel merito» gli elettori.


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