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22 novembre 2023

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GIULIA. Michela Cimmino: «Non nuove ipotetiche discipline ma educare nella differenza. La scuola c’è e c’è sempre stata»


Quel che più colpisce, la cui analisi è concausa di quell’orrore che accade, è lo scollamento di attenzione, di conoscenza di quel che da decenni avviene nel mondo scuola su quel che, riempendosene sterilmente la bocca, chiamano “quasi” nuova disciplina “Educazione civica/ Educazione sentimentale”. Ma questi signori dove vivono?

Sono fuori dalla realtà, ignoranti del concreto vissuto dei cittadini, dell’impegno che la scuola da decenni cura a tutti i livelli con i mezzi che la cultura fornisce, con le tante attività di scoperta, sensibilizzazione ed “educazione nella differenza”.

Un variegato percorso educativo che è prezioso vantaggio per entrambi i generi, in special modo per quel mondo maschile che privo di quella naturale relazione con altro da sé, che è nel dna delle donne, promuove nei maschi quella sfera sentimentale, emozionale, di rispetto, di amore verso gli altri, di capacità ad affrontare eventuali abbandoni, che pur la vita distribuisce, mettendo da parte quel patriarcale delirio di onnipotenza che, ahimè, ancora persiste.

Intensi e concreti momenti di riflessione e formazione attiva con allieve e allievi, certamente non richiudibili in una astratta definizione.

Allora la soluzione così auspicata è l’uovo di colombo, è quel che, con grande risposta, la scuola fa da decenni. Vogliamo ora incaricarla di qualcosa già in atto? Non ne eravate al corrente?

La cosa mi sconvolge… Che fate nelle vostre postazioni di comando e di depositari di contatti e dialogo con le comunità che vi pregiate di rappresentare, laddove dovreste di indicare interventi e soluzioni ai problemi emergenti?

Quello della violenza di genere non è un’emergenza, è un fenomeno ormai conclamato da tempo che richiede competenze, sensibilità e, specialmente, collegamento con la realtà.

La scuola c’è, con passione e poche risorse, a rispondere sempre presente e a leggere molto più di coloro che detengono ministeri ad acta e che dovrebbero farsi attori insieme non solo alla scuola, ma a tutta la comunità educante, nell’affrontare una piaga sociale e un orrore non più sostenibili.

Il tempo è scaduto da 105 giorni, in un tempo che si riferisce solo all’anno in corso, ma dobbiamo mettere in campo tutte le forze possibili realizzando soluzioni e interventi sociali, politici, legislativi che devono fondarsi su valori e principi di pari opportunità.

Il peggior messaggio che possiamo mandare in questo momento è la banale generalizzazione del “siamo tutti uguali, i maschi sono tutti così…”. Così non si costruisce nulla. Educare nella differenza, ripeto, è la chiave di volta di un mondo migliore, finalmente pari, luogo di rispetto in una comunità che nella sua interezza collabora, ripeto ancora come comunità educante, all’educazione dei propri figli, nel loro futuro ruolo di cittadini attivi, consapevoli, attenti e capaci di essere promotori di un mondo in cui le differenze siano risorsa e forza collettiva

Michela Cimmino, donna – madre – docente


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