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18 febbraio 2018

News

Gli automobilisti tra le categorie di contribuenti più tartassate d’Italia. Il prelievo fiscale è di 73 miliardi


Ammonta a 73 miliardi di euro il carico fiscale che «incombe» sui 42,8 milioni di autoveicoli presenti nel nostro Paese.

Una cifra da far tremare le vene ai polsi che, secondo la Cgia – Associazione artigiani e piccole imprese Mestre, relega gli automobilisti tra le categorie di contribuenti più tartassate d’Italia.

Solo per dare un’idea della dimensione del prelievo, si ricorda che il gettito derivante dalle imposte che gravano su tutti gli immobili presenti nel Paese ammonta a poco più di 40 miliardi di euro.

E nonostante la pesantissima crisi che ha colpito fino a 3 anni fa tutto il settore dell’auto, tra il 2009 e il 2016 (ultimo dato disponibile pubblicato dall’Associazione nazionale filiera industria automobilistica) il gettito fiscale sugli autoveicoli è aumentato del 10,1 per cento (in termini assoluti pari a 6,7 miliardi di euro), mentre la crescita dell’inflazione è stata del 9 per cento.

«La voce che incide maggiormente sulle tasche degli automobilisti italiani», spiega il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo «è quella delle imposte e delle accise sui carburanti. Ben 34,8 miliardi di euro, infatti, pari a poco meno della metà dei 73 miliardi complessivi, ci vengono prelevati nel momento in cui ci si reca a fare il pieno al nostro autoveicolo».

Infatti, per ogni litro di gasolio per autotrazione che acquistiamo alla pompa, il 63 per cento circa del prezzo è riconducibile al peso del fisco. Per ogni litro di benzina, invece, l’incidenza sale addirittura al 66 per cento.

Oltre alla tassazione sui carburanti, tra le voci fiscali che gravano maggiormente sui possessori di un autoveicolo segnaliamo l’Iva sulla manutenzione e riparazione/acquisto di ricambi, accessori e pneumatici.

Nel 2016 questo prelievo ha pesato sulle tasche degli italiani per 10,2 miliardi di euro (pari al 14 per cento della spesa totale). L’Iva sull’acquisto degli autoveicoli, invece, è costata poco più di 7 miliardi di euro (9,8 per cento del totale), mentre il bollo auto ha assicurato alle casse delle Amministrazioni regionali 6,6 miliardi (9,1 per cento del totale).

Le imposte sui parcheggi e sulle contravvenzioni hanno garantito un gettito di 5,6 miliardi (7,7 per cento del totale), quelle sui premi di assicurazione Rc auto quasi 3,9 miliardi di euro (5,3 per cento del totale). Sui pedaggi autostradali il fisco ha riscosso 2 miliardi, mentre l’imposta di trascrizione ha permesso alle Amministrazioni provinciali di incassare 1,7 miliardi. Sui lubrificanti, infine, imposte e accise sono costate agli automobilisti 1 miliardo di euro.

«Va comunque sottolineato», afferma il segretario della Cgia, Renato Mason «che l’aumento di gettito ascrivibile ad alcune voci – come l’Iva sull’acquisito dei mezzi, i pedaggi autostradali e l’Imposta provinciale di trascrizione – si è verificato negli ultimi anni a seguito della ripresa economica del mercato automobilistico che ha segnato, in merito alle nuove immatricolazioni, dei risultati molto importanti».

La Cgia, inoltre, solleva un’altra riflessione. L’elevato tasso di motorizzazione presente in Italia è in parte imputabile anche alla bassa qualità ed efficienza del trasporto pubblico urbano. Una ricerca realizzata nei mesi scorsi dal The European House-Ambrosetti sostiene che il sistema Paese potrebbe risparmiare fino a 12 miliardi di euro all’anno, attraverso una migliore organizzazione della mobilità nelle 14 città metropolitane del Paese.

In buona sostanza questa situazione costringe tutti noi a sostenere un insieme di costi aggiuntivi pesantissimi. In primo luogo come cittadini, perché il trasporto pubblico funziona poco e male ed è foriero di inefficienze; in secondo luogo come automobilisti, perché non avendo un sistema di pubblica mobilità dignitoso, siamo costretti a utilizzare il nostro automezzo, subendo, tra le altre cose, un carico fiscale spaventoso.

In merito alla distribuzione territoriale degli autoveicoli presenti nel Paese, invece, le regioni dove la concentrazione è più elevata sono anche quelle con il maggior numero di abitanti. Di conseguenza, possiamo affermare con buona approssimazione che queste sono anche le realtà dove il gettito fiscale complessivo è più consistente che altrove.

La Lombardia, presenta il più elevato numero di autoveicoli: nel 2016 (ultimo dato disponibile) ne circolavano oltre 6,7 milioni. Seguono il Lazio con poco più 4,1 milioni, la Campania con quasi 3,8 milioni, la Sicilia con 3,6 milioni e il Veneto con poco meno di 3,5 milioni.


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