Nel documento consegnato al premier Mario Draghi “non troverete né bandierine né un libro dei sogni, ma le urgenze che il Paese ha in questo momento. Se di fronte a queste urgenze, che fotografano una situazione serissima e drammatica, non arriva una risposta” dal premier, “dal nostro punto di vista non ci sono le condizioni per condividere una responsabilità di governo in principi decisionali dove noi fin qui siamo stati marginali”. Così il leader del M5S Giuseppe Conte, intervenendo a Digithon 2020 a Bisceglie.
“Non è tanto lamentarsi della marginalità, ci sta, siamo in un governo di unità nazionale”, riconosce Conte rimarcando tuttavia il “forte disagio politico che avvertiamo”, “ma il vero discrimine” per lasciare o restare è legato “a quelle richieste urgenti che poniamo: c’è la concreta determinazione ad affrontarle adesso? Altrimenti la situazione per il Paese peggiorerà. Se la risposta è si, allora noi ci siamo, ma se la risposta è no noi lasciamo, ma per responsabilità”.
Si voterà ad aprile come previsto da Enrico Letta? “Non mi permetto di fare previsioni, non sono il presidente della Repubblica né ho la palla di vetro, lavorerò per assicurare i diritti dei cittadini”, ha aggiunto Conte.
Ansia da ‘strappo’ dove averne subiti ben due da premier? “Io sono molto sereno, perché non sto dicendo che faccio cadere il governo se non c’è il ponte di messina o se non si assumerà 300 esperti per il Pnrr”. Nel documento presentato al premier Mario Draghi “c’è una responsabilità che non riguarda Giuseppe Conte, ma una forza politica che ha sempre agito con responsabilità; una forza, una comunità, che a volte fa confusione o può sembrare eccentrica, ma che ha ben chiaro cosa significa avere una responsabilità nei confronti degli italiani. Io e la mia comunità in questo siamo all’unisono, sulla stessa lunghezza d’onda”, quella della “chiarezza politica”.