Incontrando gli eletti di FdI per la prima assemblea dopo il trionfo elettorale del 25 settembre, Giorgia Meloni ha sottolineato la necessità di procedere in fretta con la costruzione del nuovo esecutivo: “Se e quando il Presidente della Repubblica dovesse affidarci l’incarico, puntiamo a essere pronti e il più veloci possibile, anche nella formazione del governo. Lavoreremo per procedere spediti partendo dalle urgenze dell’Italia, come il caro bollette, l’approvvigionamento energetico e la legge di bilancio. Perché il nostro obiettivo è correre, perché non possiamo e non vogliamo perdere tempo. Tutto quello che faremo sarà per difendere gli italiani e non saremo mai disposti a fare scelte che vadano contro l’interesse nazionale”, ha rimarcato la premier in pectore.
Lanciando anche un messaggio ai partner della coalizione di centrodestra, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: “L’ho detto agli alleati e lo dico anche a voi che siete la squadra di Fratelli d’Italia in Parlamento: puntiamo a dar vita a un governo autorevole e di altissimo livello, che parta dalle competenze. Puntiamo a dare a questa nazione il governo più autorevole possibile. Non c’è spazio per questioni secondarie rispetto a questo obiettivo”, ha detto Meloni, davanti ai suoi deputati e senatori.
Dopo l’incontro con gli eletti, a Montecitorio va in scena una nuova giornata di riunioni e conciliaboli negli uffici di Fratelli d’Italia. Nelle trattative sono stati fatti “passi avanti”, assicura in serata Ignazio La Russa. Ma sono ancora tanti i nodi da sciogliere, sul tavolo di Meloni. La ricerca di una figura tecnica di spessore per il ruolo di ministro dell’Economia non ha dato ancora frutti. Fabio Panetta sarebbe sempre la prima scelta, ma va superato il suo no; Dario Scannapieco e Domenico Siniscalco alcuni dei profili sondati, senza al momento una risposta positiva. Se la ricerca di un tecnico di alto profilo non dovesse andare a buon fine, potrebbe tornare in campo l’ipotesi di un politico. Qualcuno tratteggia il profilo del leghista Giancarlo Giorgetti.
E resta un rebus la collocazione della forzista Licia Ronzulli – fedelissima di Berlusconi per la quale il Cav reclama un ministero di peso nonostante le forti perplessità di Fdi – così come quella di Matteo Salvini, che punta ancora a ottenere il Viminale per la Lega, anche se appare assai più probabile l’ipotesi che al ministero dell’Interno approdi un tecnico come il prefetto Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Salvini quando quest’ultimo era ministro. Intanto sono intervenuti alcuni dei protagonisti del toto-ministri di questi giorni. “No, non farò il ministro”, dice Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza, togliendo il suo nome dal tavolo. “Faccio un altro lavoro”, afferma, intercettata dai cronisti nei pressi di Montecitorio.
Belloni era data in corsa per la Farnesina, posto che vede attualmente favorito il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani. Altra ‘casella’ sensibile, ‘attenzionata’ dal Quirinale, è quella del ministero della Giustizia: tra i papabili ci sono l’ex pm Carlo Nordio (Fdi) e la senatrice della Lega Giulia Bongiorno. L’esponente di Fratelli d’Italia, parlando con i giornalisti, si schermisce: “Ci sono moltissime persone che possono fare il ministro della Giustizia meglio di me”. L’esponente del Carroccio invece – data in corsa anche per l’Interno – liquida le indiscrezioni con una battuta: “Il toto-ministri? Il totocalcio è più realistico…”.