Ieri il vertice del centrodestra ad Arcore ha accelerato sulla lista dei ministri, a partire dalla distribuzione dei dicasteri tra alleati. Lo schema pare acquisito: 4 a testa per Lega e Fdi, con il partito di Salvini che avrà anche una presidenza delle due Camere. I nomi restano quelli di Giancarlo Giorgetti e del capogruppo Riccardo Molinari, con il primo che potrebbe cambiare destinazione se Meloni non dovesse trovare un tecnico con il profilo giusto per guidare il ministero dell’Economia.
Giorgetti a quel punto sarebbe l’asso nella manica, per guidare il ministero di via XX Settembre. Al Mef, in quota Lega, viene data per probabile la riconferma a sottosegretario di Federico Freni. Al Senato, per la presidenza che vale la seconda carica dello Stato, strada aperta per Ignazio La Russa, che dovrebbe vincere lo sprint con il leghista Roberto Calderoli.
Dal vertice di Arcore è spuntato il jolly Casellati per la giustizia, nome messo sul tavolo dallo stesso Berlusconi, che continua pure a sponsorizzare la senatrice Licia Ronzulli, per cui Fi chiede un ministero di rilievo: Infrastrutture, Agricoltura oppure Salute ma per ora sulla stretta collaboratrice di Berlusconi le resistenze non sarebbero state superate. Antonio Tajani sembra diretto invece senza intoppi alla Farnesina, a guidare gli Esteri.
Ma nel centrodestra resta accesa la discussione sul ruolo dei tecnici. Con Meloni che sembra non volerne fare a meno, mentre la Lega continua a frenare. I nomi non politici sono quelli di Siniscalco e Baretta per il Mef. All’Interno il favorito è Matteo Piantedosi, ex capo di Gabinetto di Salvini quando era al Viminale. Il numero uno di via Bellerio potrebbe trovare casa al ministero per le Infrastrutture, più difficilmente all’Agricoltura che vede in pole il leghista Gian Marco Centinaio.
La prossima settimana sarà comunque decisiva: ci sarà il vertice tra i leader, probabilmente il 12 sera, del centrodestra a Roma, con Meloni e Salvini che attendono Silvio Berlusconi, in arrivo nella capitale per l’insediamento del Parlamento il giorno dopo.