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19 aprile 2018

News

Gratteri all’Unical: «Comuni sciolti per mafia il tema dei prossimi anni. La legge va cambiata, più poteri ai commissari»»


Il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri ha tenuto una lezione al Master in Intelligence dell’Università della Calabria.

Salutato dal Rettore Gino Crisci, che ha ricordato l’iniziativa sviluppata dall’ateneo di Arcavacata con le università italiane nel contrasto alle mafie, e introdotto dal direttore del Master Mario Caligiuri che ne ha illustrato le attività scientifiche e la produzione culturale, il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri ha iniziato la lezione preceduta da un collegamento in videoconferenza da Toronto con il giornalista e docente Antonio Nicaso, che ha illustrato la pericolosità della ‘ndrangheta e le tendenze della criminalità a livello planetario.

Per Gratteri, la ‘ndrangheta è stato un fenomeno poco compreso fino all’operazione Crimine del 2010, non solo per la sottovalutazione dello Stato ma anche perché l’organizzazione criminale ha sempre cercato punti di contatto con le istituzioni.

Infatti, a differenza della mafia, che si è posta in condizione di sfida, la ‘ndrangheta ha ricercato reciproci vantaggi. Il salto di qualità, ha proseguito, è avvenuto con la Santa, che ha consentito di intensificare i contatti con il potere, attraverso logge massoniche deviate non riconosciute dalle organizzazioni ufficiali. In questo modo la ‘ndrangheta, si è potuta sostituire al potere legale, condizionando la partecipazione elettorale e la vita amministrativa, in una sorta di cogestione della cosa pubblica che riguarda gran parte della nostra regione.

Gratteri ha poi evidenziato che le leggi Bassanini, emanate negli anni Novanta per semplificare l’attività amministrativa, eliminando i controlli esterni hanno fatto proliferare la mafia. Adesso, ha ricordato, è direttamente la ‘ndrangheta in diversi casi che decide i sindaci e compone le liste, perché l’organizzazione criminale vota e fa votare in quanto ha bisogno di gestire e avere consenso.

Il procuratore ha poi proseguito sostenendo che «la ‘ndrangheta non ha più bisogno di uccidere perché in alcuni settori ha instaurato una sorta di oligopolio, imponendo prodotti e servizi». Gratteri ha poi affrontato la questione dei comuni sciolti per mafia, dicendo che sarà un tema di cui ci si occuperà tantissimo nei prossimi anni.

«La legge», ha sostenuto, «non è assolutamente adeguata e va cambiata prevedendo commissari a tempo pieno con poteri straordinari tali da licenziare i dipendenti e annullare le gare d’appalto. Le norme», ha precisato, «devono cambiare fino a quando non sarà più conveniente delinquere».

Gratteri ha poi affermato che «siamo all’avanguardia nella lotta alla mafia, con una legislazione scritta con il sangue, con una polizia giudiziaria di grande valore e con organismi unici al mondo quali la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, che raggruppano operatori di tutte le forze di polizia».

Ha poi affrontato il tema della giustizia che per funzionare ha bisogno di abbattere i tempi del processo. In tale ambito, ha detto che l’informatica è di grande aiuto per ridurre i costi e limitare gli errori e la discrezionalità umani. Solo con le notifiche elettroniche», ha ricordato, «si è fatto un grande passo avanti, se poi si riuscirà a realizzare anche il processo a distanza con la registrazione e la validità legale delle testimonianze in videoconferenza, non solo si possono risparmiare fino a 70 milioni di euro ma si limiterebbero di molto le prescrizioni».
«Ovviamente», ha chiarito, «tutte queste riforme che pure avvantaggiano il cittadino e la giustizia intaccano precisi interessi».


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