“Sappiamo che giovedì c’è una cabina di regia del governo e laddove si dovesse decidere, come noi auspichiamo, l’obbligo del green pass all’interno dei luoghi di lavoro e le parti sociali trovassero un accordo su questo, io credo che ci possa essere da parte del governo un riconoscimento di questo passaggio, di questo possibile accordo tra noi e sindacati facendo a quel punto un’operazione di utilità sociale e quindi facendosi carico del corso di tamponi. Sicuramente questi non possono essere a carico delle imprese”, spiega Bonomi. Sulla stessa lunghezza d’onda ma su sponde opposte i sindacati: “Quando si parla di sicurezza i costi non possono essere assoluta sulle spalle dei lavoratori”, spiega il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri che sintetizza la posizione unitaria assunta con Cgil e Cisl.
“Ho sentito affermare che si vorrebbero utilizzare i tamponi per arrivare a licenziare: tutte falsità che non son neanche come commentare”, chiarisce Bonomi. “E’ ovvio che come tutti i provvedimenti ci deve essere un percorso di accompagnamento e poi un percorso sanzionatorio ma questo sarà opera del governo che farà delle scelte sentite le parti sociali”, aggiunge.
“È stato un incontro positivo con Confindustria dopo mesi di mancato confronto. Abbiamo registrato una comune convergenza sulla richiesta al Governo ed al Parlamento di assumersi la responsabilità nell’adottare un provvedimento legislativo che sancisca l’obbligo alla vaccinazione per tutti i cittadini. Il vaccino è l’unica arma che può aiutarci a sconfiggere il Covid”, dice il segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra.