Per la morte della 76enne, pestata e uccisa nella villa di famiglia a Istia d’Ombrone nel grossetano, è stata indagata per omicidio volontario e fermata la figlia di 52 anni. La mattina dell’8 giugno scorso la figlia chiamò il padre, un notaio di 81 anni, dicendogli che nella villa erano entrati due uomini incappucciati e avrebbero aggredito sia lei che la madre.
La versione della 52enne non ha mai convinto gli investigatori dell’arma dei carabinieri. Il pubblico ministero l’ha interrogata stamani, dopo che è stata dimessa dall’ospedale Misericordia di Grosseto, dove è stata ricoverata nel reparto di psichiatria due settimane per uno stato confusionale. Secondo quanto si è appreso, nell’interrogatorio con il pubblico ministero, la donna si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere. Il magistrato ha firmato un decreto di fermo e ha disposto che la figlia sia trasferita in carcere.
L’arresto è avvenuto sulla base di una serie di “elementi fortemente indizianti” nei confronti della 52enne, emersi dalle indagini del nucleo investigativo dell’arma dei carabinieri di Grosseto, dagli accertamenti preliminari e dall’esame medico-legale dal sopralluogo dei tecnici del Ris.
La vittima, insegnante in pensione, è morta massacrata di botte: sulla base dell’autopsia, il decesso sarebbe stato provocato da una serie di lesioni, ferite, ecchimosi e dallo schiacciamento del torace. La mattina del delitto, la figlia fu trovata dai soccorritori del 118 con una serie di graffi alle braccia e alle gambe.