Dopo gli sceneggiatori ora anche gli attori di Hollywood sono pronti allo sciopero dopo che è saltata la trattativa con gli studios e le società di streaming senza un accordo ma solo offerte definite “offensive e irrispettose” da Fran Drescher, la presidente del Sag-Aftra sindacato che rappresenta 160mila attori.
“Le società si sono rifiutate di aver un dialogo significativo su alcune questioni e su altre hanno fatto completamente muro – ha detto – fino a quando non negozieranno in buona fede non potremo raggiungere un accordo”. Lo sciopero, il primo degli attori di Hollywood dal 1980, era stato già approvato preventivamente dal 98% degli iscritti in caso di mancato accordo, ma oggi comunque è previsto un nuovo voto, dall’esito scontato, dal parte del board del sindacato.
Così da domani potrà già iniziare la mobilitazione con picchetti a Los Angeles, New York e altre città sedi dell’industria cinematografica e televisiva americana. La mobilitazione si unirà a quella degli sceneggiatori, il cui sindacato, che riunisce 11mila iscritti, è in sciopero già dal 2 maggio scorso. Per contro l’associazione che riunisce i produttori cinematografici e televisivi (Amptp) si è detta “profondamente dispiaciuta” per la decisione di scioperare, rivendicando di aver offerto “storici” aumenti salariali.
“La maggioranza delle persone non capisce che molti attori non guadagnano milioni di dollari, molti di noi faticano a mangiare e pagare l’affitto“, ha dichiarato ad Abcnews, uno degli iscritti al sindacato che già ieri hanno partecipato ad una protesta di fronte alla sede di Netflix, per chiedere migliori salari che possano contrastare l’inflazione.
Ma anche i grandi nomi di Hollywood sono pronti a protestare a sostegno dei colleghi meno fortunati: nei giorni scorsi centinaia di star – tra le quali Meryl Streep, Glenn Close, Jennifer Lawrence, Bob Odenkirk, Mark Ruffalo, Quinta Brunson e Rami Malek, hanno firmato una lettera in cui chiedevano ai vertici del sindacato di tenere una linea dura, preparandosi allo sciopero.
“Uno sciopero crea enormi problemi a molti e nessuno lo vuole – recita la lettera – ma siamo pronti a scioperare se sarà necessario. E siamo preoccupati dall’idea che i membri del sindacato siano pronti a sacrifici che invece la leadership non intende fare”. Inizialmente firmata da 300 attori, ora la lettera ha superato le mille firme. Anche Matt Damon, a Londra per la premiere di Oppenheimer, si è espresso in favore dello sciopero: “abbiamo dato l’autorizzazione, il 98% ha votato – ha detto – è un’azione per gli attori lavoratori, non è un disputa accademica, è una vera questione di vita e di morte”.