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9 ottobre 2023

Storia, miti e leggende della Calabria e del Sud

I Ruffo di Calabria, una delle famiglie nobili italiane più antiche e blasonate


di Antonio Ciappina 

I Ruffo furono una delle famiglie nobiliari più importanti del Regno Delle Due Sicilie. La loro origine è stata dibattuta per secoli da parte di storici e  cronisti, dove  attribuirono origine remote alla famiglia.

Sappiamo che il casato dei Ruffo era presente in Calabria già prima dell’anno mille e che la loro ascesa, si ebbe a partire da Pietro I conte di Catanzaro, dove durante il regno di Federico II, ricoprì il ruolo di giustiziere e gran maresciallo del regno, incarichi confermati poi dal figlio dell’imperatore Corradino.

Per essersi schierato con Manfredi, fratellastro di Corradino durante la loro lotta per il potere; gli furono confiscati tutti i beni e poi fu ucciso dai sicari di Corradino a Terracina.

La stessa sorte capitò sia al nipote Giordano, che appoggiò il papa Alessandro IV( sappiamo dei rapporti non pacifici tra papato e gli imperatori svevi) ma anche a Pietro II( 1230-1310) pronipote di Pietro I, a sua volta aveva appoggiato Carlo I D’Angiò ottenendo nuovamente la contea di Catanzaro, come compenso per aver strappato dalle mani di Corradino Amantea nel 1268.

L’adesione dei Ruffo agli Angioini, portò ricchezza economica  e peso politico, anche quando alcuni esponenti del casato, si divisero affiancandosi:chi agli Angioini, chi all’altro ramo dei Durazzeschi.

Esemplare  è stato l’ultimo conte di Catanzaro Nicolò, che si schierò  con Carlo III di Napoli contro Luigi I D’Angiò.

Nel 1390 divenne marchese di Crotone, carica datagli insieme ad altri benefici; come il titolo di viceré di Calabria e il possedimento di Scilla, da parte di Ladislao I di Napoli.

In quegli anni Nicolò consolidò il proprio potere, passando da uno schieramento all’altro tra angioini e aragonesi, durante la Guerra del Vespro.

Nicolò morì senza eredi maschi nel 1435. Con gli aragonesi, i Ruffo furono spodestati dei loro averi, che riottennero con la riduzione del Regno di Napoli a vicereame spagnolo.
In questo periodo i Ruffo, si perpetuarono nel ramo dei signori di Sinopoli, dove il capostipite  fu Fulco Ruffo; il nipote Guglielmo  assunse il titolo di conte di Sinopoli nel 1333, datogli dal re Roberto D’Angiò.

Nel corso del Seicento, ci fu un calò nella crescita della dinastia, dove i loro interessi divennero, la gestione dei possedimenti calabresi e siciliani, piuttosto che la politica.

Tra la fine dell’Ottocento e il Novecento, la casa dei Ruffo iniziò a decadere, Umberto sposò sua cugina Isabella dei Marchesi Torrigiani, principi di Scilla; in questo modo Umberto riprese la linea ereditaria dei principi di Scilla, che era stata acquisita da Paolo Ruffo settimo conte di Sinopoli e Fabrizio Ruffo, aveva ottenuto nel 1578 il titolo di prince della cittadina tirrena.

I coniugi ebbero un figlio, Francesco di Paola( 1907-1975) che non ebbe figli maschi, alla sua morte le redini della famiglia, passarono a Fabrizio Beniamino(1922-2005) dove poi diede i titoli famigliari al figlio.

 


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