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29 gennaio 2016

News

I soci della Cooperativa Casa dovranno risarcire, ma si auspica una maggiore sensibilità da parte del Comune di Reggio Calabria


Abbiamo appreso che i soci della cooperativa edilizia Casa, a seguito di un lunghissimo iter amministrativo e giudiziario, sono stati condannati al pagamento di ben 618.849,57 euro (+ le spese) per un contenzioso con il Comune di Reggio Calabria riguardante il terreno nel quale fu costruito uno dei palazzi della stessa cooperativa.

La cooperativa Casa fu costituita negli anni Ottanta ed era composta da 120 soci, la maggioranza dei quali erano lavoratori ed operai, molti delle ex Omeca, oggi quasi tutti modesti pensionati, che in tal modo riuscirono ad avere un’abitazione dignitosa. Furono infatti costruiti edifici in via Arghillà Sud e in via Maria Ausiliatrice nel quartiere Modena.

Le sentenze si rispettano e, pertanto, i soci, che in molti casi non erano neanche a conoscenza del contenzioso giudiziario per responsabilità di chi gestiva la cooperativa, dovranno procedere al pagamento dell’importo deciso dal Tribunale. Anzi, onde evitare equivoci, i soci intendono doverosamente pagare quanto previsto.

Ma l’aspetto che, oggettivamente, si presta ad una riflessione che dovrebbe sfociare in una specifica valutazione di merito, è legato all’arco temporale che il Comune di Reggio ha deciso per l’estinzione del debito. Infatti, sembrerebbe che la proposta del Comune di Reggio preveda un frazionamento in sole 23 rate mensili. Tenuto conto che la stragrande maggioranza dei soci è composta da famiglie di modesti pensionati, spesso monoreddito, pensiamo che sarebbe saggio ed opportuno andare incontro alle esigenze di queste persone.

A nostro avviso, è, infatti, paradossale che il Comune per pagare il suo piano di rientro finalizzato a tentare di coprire il buco causato dal «modello Reggio» di Scopelliti ha oltre venti anni di tempo, mentre i semplici cittadini sono costretti pagare il loro debito con il Comune (che, ribadiamolo, deve essere saldato) in soli 23 mesi.

E’, pertanto, auspicabile una particolare attenzione e doverosa sensibilità che, al di là dell’esecutività della sentenza, possa permettere ai soci della cooperativa CASA di poter continuare a vivere dignitosamente, senza dover impegnare buona parte delle già misere pensioni per pagare quanto dovuto.
Ivan Tripodi
Segretario cittadino del Partito comunista d’Italia


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