sedentarietà
13 febbraio 2017

News

Il 60% degli italiani non pratica mai sport né attività fisica. E la percentuale sale nelle regioni del Sud


L’Italia è uno dei Paesi europei con il maggior numero di persone che non fanno attività fisica. Un dato su cui incidono forti differenze territoriali, sociali ed economiche. L’intervento pubblico potrebbe ridurre le evidenti disuguaglianze nella diffusione della pratica e della cultura sportiva.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità l’inattività fisica è corresponsabile di circa un milione di decessi l’anno in Europa. In base ai dati di Eurobarometro l’Italia è il quarto paese (a pari merito con la Romania) meno attivo in Europa, dopo Bulgaria, Malta e Portogallo. Il 60% degli italiani afferma di non praticare mai sport né attività fisica.

Un dato che ha anche una forte connotazione regionale, come mostrano i dati Istat. Solo in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta la quota di persone che praticano sport supera il 40%. Tutte le altre regioni del centro e del nord si collocano tra il 30,4% registrato in Liguria e il 37,8% della Lombardia.

Le regioni meridionali sono tutte ampiamente sotto il 30%, in Campania addirittura non si raggiunge la soglia del 20% (17,9%).

L’associazione Uisp (Unione italiana sport per tutti) sottolinea che una parte fondamentale di tutela della salute diventa così un problema legato alle disuguaglianze.

La possibilità di praticare sport infatti risulta legata anche alla posizione sociale. I dati – ancora Istat – sullo sport per titolo di studio e condizione professionale in parte lo confermano.

Più è alto il titolo di studio, maggiore è la probabilità che si pratichi sport: quasi un laureato su due si dedica a una qualche attività fisica, contro una persona su quattro con licenza elementare o media.

Dal punto di vista della condizione professionale, il quadro è più articolato e dimostra che la pratica sportiva incrocia diverse variabili come l’età, il reddito, il tempo libero a disposizione e altri fattori culturali. Per esempio sono gli studenti quelli che praticano maggiormente sport (57,1%).

Gli squilibri a livello territoriale e sociale indicano che l’offerta di impianti e servizi sportivi sul territorio potrebbe avere un ruolo decisivo nel promuovere la cultura e la pratica sportiva. In particolare le strutture comunali, in grado di renderle accessibili a tutti.

Attraverso openbilanci.it è possibile vedere quanta parte dei bilanci comunali sia dedicata alla promozione dello sport, innanzi tutto per mantenere impianti come stadi e piscine comunali; ma anche per organizzare eventi come maratone e altre manifestazioni sportive.

Tra le città italiane con più di 200 mila abitanti, il comune che nel 2014 ha speso di più in questo capitolo del bilancio è Trieste. Il capoluogo friulano ha destinato oltre 36 euro per ogni abitante allo sport. Seguono, entrambe sopra i 30 euro pro capite, Torino e Firenze.

Tranne Catania, le grandi città del sud hanno tutte una spesa pro capite inferiore ai 15 euro. Va comunque sottolineato che i bilanci comunali non comprendono le spese dello stesso tipo stanziate dallo stato o dal Coni, il che rende l’analisi non esaustiva.
(Fonte: Openpolis)


Leggi anche...



News
Tragedia a Iglesias, due minori morti in scontro...

Tragico incidente la scorsa notte sulla strada Statale 130, all’altezza dello svincolo di...


News
Emirati, trovato morto rabbino scomparso. Ira...

E' stato ritrovato il corpo del rabbino Zvi Kogan, scomparso giovedì negli Emirati Arabi...


News
Cop29 raggiunge accordo sul clima, Biden:...

Accordo raggiunto sul clima alla Cop29 di Baku, in Azerbaigian, e il presidente degli Stati...


News
Verstappen campione del mondo 2024, Russell vince...

Max Verstappen campione del mondo di Formula 1 2024. Il pilota della Red Bull oggi 24...