Foto di Alessandro Rota (oxfam)
15 gennaio 2018
Foto di Alessandro Rota (oxfam)

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Il budget oscuro tra cooperazione e migrazione. Openpolis e Oxfam lanciano un canale di approfondimento


Negli ultimi anni molti dei paesi europei – Italia inclusa – dichiarano di aumentare le risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo. In effetti le cifre rendicontate registrano un aumento costante. Ma cosa finanziano effettivamente queste risorse? Raggiungono i paesi più poveri o no?

Parte da qui, la fotografia scattata da Il budget oscuro tra cooperazione e migrazione, seconda edizione di Cooperazione Italia, il lavoro di analisi, realizzato da Openpolis e Oxfam, che fa i conti dell’aiuto pubblico allo sviluppo italiano (aps), incrociando in questa edizione un altro capitolo della spesa pubblica, quello per l’emergenza migranti, come viene definito nel documento di economia e finanze (def) del 2017

«Un trasferimento di risorse e mezzi in paesi e aree ancora in difficoltà», così la cooperazione allo sviluppo continua a essere raccontata ufficialmente.

Da alcuni anni tuttavia una quota crescente di aps rimane nei paesi ricchi, dove viene usata per gestire l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo. Questa quota di aiuto sta letteralmente esplodendo, ragione per cui i fondi sulla carta destinati a promuovere lo sviluppo di paesi poveri in realtà rimangono in Italia.

L’impossibilità di vederci chiaro su due budget contigui
In questo esercizio di trasparenza sui conti pubblici è stato necessario incrociare due capitoli della spesa pubblica apparentemente distinti, entrambi in crescita costante negli ultimi anni.

Da un lato le risorse aps, composte da una quota sempre maggiore di risorse per l’accoglienza dei rifugiati. Dall’altro lato le stime fornite nel def 2017 per la gestione dell’intero fenomeno migratorio, comprensivo di richiedenti asilo e rifugiati, e di tutti gli altri migranti. I due consuntivi di spesa hanno in comune la voce «accoglienza» e dovrebbe essere possibile metterli in relazione.

«Si tratta di una partita di 6,6 miliardi di euro nell’ultimo anno, rispetto ai quali è necessario, essere trasparenti, fornendo dati leggibili per garantire una rigorosa classificazione delle risorse allocate», ha detto Francesco Petrelli, senior policy advisor di Oxfam Italia.

«Ad esempio, se da un lato è giustificabile l’allocazione in quota aps di attività umanitarie nei Paesi donatori come ad esempio il salvataggio in mare; non è corretta invece l’imputazione di spese per l’accoglienza o l’integrazione dei migranti che è giusto che afferiscano ad altri capitoli del bilancio statale».

L’aiuto gonfiato: le risorse che non vanno alla cooperazione
Nel 2016 il volume dell’aps mondiale ha superato 154 miliardi di euro, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente (+33% rispetto al 2011). Rispetto al 2015 l’Italia ha incrementato del 13% le risorse e nel 2016 arriva a destinare all’aps 4 miliardi e 476 milioni di euro.

Con l’esplosione dei costi per i rifugiati, aumentano però in modo considerevole i soldi che rimangono nei paesi donatori, tra cui l’Italia, mentre diminuisce costantemente la quota di risorse che raggiunge i paesi più poveri (in gergo i paesi ldcs, least developed countries).

I fondi dei paesi Ue destinati ai paesi ldcs passano da 9,7 miliardi di euro del 2011 a 8,5 miliardi nel 2016. I fondi italiani per i paesi ldcs diminuiscono del 71%. Negli stessi anni i fondi dei paesi Ue non allocati geograficamente – voce di bilancio composta in gran parte dai costi per l’accoglienza dei rifugiati – passano da 9,2 miliardi di euro del 2011 a 20,8 miliardi di euro nel 2016.

Nel nostro paese l’impegno per la voce rifugiati è aumentato del 63,4% solo nell’ultimo anno, passando dai 960 milioni di euro del 2015 a 1 miliardo e 570 milioni del 2016. Nel 2015 costituiva il 24,3% dell’aps totale, per arrivare al 35% nel 2016.

Il fondo Africa
Il fondo Africa dotato per il 2017 di 200 milioni di euro, rappresenta una vicenda emblematica per la contiguità stabilita ufficialmente tra cooperazione, controllo delle frontiere e aspetti militari. Di questi sono stati rendicontati solo 143 milioni di euro e comprendono anche interventi militari. Il Niger riceve il 48% di queste risorse, seguito dalla Libia a cui va il 29%.

Tra gli interventi in apparenza di tipo militare si segnalano i 12 milioni di euro destinati alla Tunisia per la manutenzione di motovedette, rimpatri celeri e formazione di polizia di frontiera.

Cooperazione Italia
Openpolis e Oxfam lanciano con questa prima uscita un canale di approfondimento e data journalism sui temi dell’aiuto pubblico allo sviluppo e dell’accoglienza dei migranti. Saranno forniti aggiornamenti regolari su aspetti quali il raggiungimento degli obiettivi internazionali e l’uso dei fondi attraverso l’analisi dei dati ufficiali.

L’obiettivo è contribuire al dibattito pubblico con contenuti analitici e informativi tra cui notizie, grafici e infografiche, spunti di riflessione e newsletter tematiche. Per poi chiedere conto a istituzioni e autorità di riferimento degli impegni e dei risultati ottenuti.
www.openpolis.it


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