Nei primi cinque mesi del 2023 le denunce di infortunio sul lavoro in Sicilia sono diminuite del 30,8 per cento, passando da 15.604 a 10.799. I moti sono stati 24, con un aumento del 20 per cento. Mentre aumentano le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 667 (+23,2 per cento). Sono soltanto alcuni degli open data Inail dei primi cinque mesi del 2023. “Stiamo assistendo a un ritorno alla normalità. Questa è l’affermazione più onesta che si possa fare. Stiamo finalmente depurando l’andamento infortunistico di una aliquota che si era aggiunta nel 2022, che erano gli infortuni da Covid”, spiega in un’intervista all’Adnkronos Andrea Tardiola, direttore generale Inail, che oggi è a Palermo per la quindicesima tappa del Forum della Prevenzione ‘Made in Inail’, un percorso di riflessione e di confronto con le istituzioni e le parti sociali sulle strategie di contrasto agli infortuni e alle malattie professionali, che dalla scorsa primavera sta raggiungendo tutto il territorio nazionale, fino all’evento conclusivo di ottobre che si terrà a Roma. La tappa siciliana di oggi, patrocinata dall’Università di Palermo e dall’Ordine dei consulenti del Lavoro, vede tra i relatori esperti nazionali nel settore della sicurezza sul lavoro di ENI, STMicroelectronics, Unipa e Inail. Affronteranno alcuni argomenti attuali, tra cui l’intelligenza artificiale, sostenibilità, transizione ecologica e rischio chimico.
“Mediamente partecipano 300 persone in carne e ossa a questi eventi – dice – ma ci sono altre 5 mila persone, in media, che si connettono a ogni eventi. In 14 tappe abbiamo avuto 70 mila connessioni. E’ impressionante, da il segnale del fatto che in Italia c’è una impalcatura solida. Questa idea è nata da una scommessa, ma sta dando ottimi frutti”. “E’ interessante notare che, dopo due anni in cui siamo cresciuti di 10 punti di Pil in Italia, l’andamento infortunistico torna a quello del 2019. La discesa non si ferma prima. Questo è un elemento su cui stiamo riflettendo e studiando – dice ancora il direttore Tardiola – Il sistema sta imparando a generare più sicurezza. Da quali fattori è generato?”.
“E poi stiamo facendo una riflessione su cosa ci sta lasciando il Covid – spiega il direttore generale Inail – La cosa più efficace da fare con gli studenti è fargli fare esperienze di rischio, controllate o virtuali”. Per Tardiola “il Covid è stata una, seppure involontaria, esercitazione d sicurezza. Mica eravamo abituati a gestire le distanze e a indossare le mascherine, a lavarci le mani. Nel settore sanitario il lavaggio delle mani è il rischio infezione”.
Al via l’app ‘Work Climate’
Anche a livello nazionale i dati rilevati al 31 maggio 2023 evidenziano, rispetto all’analogo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 290.283 del 2022 a 210.234 del 2023 (-27,57%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 6,3%, da 33.523 a 35.623. Nel complesso, anche a livello nazionale l’andamento infortunistico nei primi cinque mesi del 2023 è diminuito del 24,07% (da n. 323.806 a n. 245.857).
Sono numerose le iniziative portate avanti dall’Inail. Come la app ‘Work climate’. “Ci avviciniamo a un periodo di grande caldo e molti lavoratori sono costretti a lavorare all’aperto. L’Inail ha lanciato il progetto ‘Work climate’, una app che potrà aiutare i lavoratori “che lavorano nell’edilizia, su infrastrutture ferroviarie, ad esempio – dice Tardiola – con un reticolato di 7 km di perimetro ti da l’allert se arriva l’ondata di calore permette al lavoratore di profilarsi e avere una segnalazione personalizzata. E’ un bel progetto”. Che sarà presentato il 20 luglio a Roma con Ance e i sindacati dell’Edilizia. “E in quella occasione presenteremo un elenco di aziende, questo è il tipico esempio di rischi emergenti. Chi avrebbe mai pensato a delle estati torride con temperature oltre i 40 gradi per settimane intere?”. “In condizione di caldo particolare aumentano i rischi di infortuni”.
‘Più che di cultura della sicurezza bisognerebbe parlare di educazione al rischio’
Ma come si affronta la cultura della sicurezza? “Non so se è giusto parlare di cultura della sicurezza- risponde Tardiola – ma certamente di educazione al rischio. Dire cultura della sicurezza ha un trascinamento di modello passivo. Per me signifca farlo a partire dalle giovani generazioni. Il lavoro, in futuro, cambierà talmente tanto e sarà esposto a rischi oggi cosi poco conosciuti, che dobbiamo costruire una sorta di infrastruttura di base per questi giovani”. E l’Inail proprio per questo va già nelle scuole. menti da adottare. “Usando, ad esempio, l’arte e il gaming – dice Tardiola – ho tanti progetti in corso. A Roma stiamo facendo produrre un videogioco che assume i contenuti formativi. I ragazzi sono molto meglio di come paternalisticamente li consideriamo”. E aggiunge: “Per noi lavorare sulla sicurezza non è un costo, ma è una qualità intrinseca sul prodotto, che vuol dire conquistare i mercati”.
A giugno l’Inail ha lanciato un altro progetto importante, a Incisa, per aiutare gli operai impegnati nei cantieri. Un modo per innovare i processi di produzione?. “E’ un cantiere simbolo, insieme a un altro a Benevento – dice Tardiola – Non solo l’operaio se non indossa il caschetto lancia un segnale, e inoltre la formazione fatta con i visori”.
Nei primi cinque mesi del 2023 il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nell’Isola ha segnato un -42,5% nella gestione industria e servizi (dai 12.286 casi del 2022 ai 7.065 del 2023) ed un +1,8% in agricoltura passando da 670 a 682. Osserviamo decrementi generalizzati degli infortuni in occasione di lavoro in tutti i settori produttivi, in particolare nella sanità e assistenza sociale (- 69,6%) e nel trasporto e magazzinaggio (- 79%). Il decremento che emerge dal confronto tra i primi cinque mesi del 2023 e l’analogo periodo del 2022 è legato sia alla componente femminile, che registra un -41,1% (da 6.389 a 3.763 denunce), sia a quella maschile, che presenta un -23,6% (da 9.215 a 7.036). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-31,7%), sia quelli extracomunitari (- 9,7%) che operano in Sicilia. Il direttore generale ribadisce più volte quanto sia “importante la cultura del rischio”, soprattutto tra i più giovani, “a partire dalla scuola”. (di Elvira Terranova)