Il mare di Tropea in Calabria
22 luglio 2017
Il mare di Tropea in Calabria

News

Il geologo Pileggi evidenzia due importanti novità emerse dalla recente visita di Goletta Verde in Calabria


Nel corso della recente visita di Goletta Verde in Calabria sono emersi dati e novità che non possono essere ignorati da chi è interessato alla tutela e valorizzazione de mari che bagnano i 716 chilometri di costa della regione.

Almeno due di queste novità non devono essere oscurati:

1) Una novità è rappresentata dal fatto che il 19 luglio a bordo di Goletta Verde i sindaci della costa degli Achei e l’assessore regionale alla Tutela ambientale Rizzo hanno firmato il Manifesto sulla tutela e valorizzazione degli ecosistemi costieri della Calabria promosso da Legambiente anche in considerazione del fatto che la costa ionica della Calabria mostra un elevato grado di biodiversità, essendo presenti habitat dunali, acquatici, igrofili, di prateria, fino a quelli di tipo forestale di maggiore complessità ecologica.

2) Un secondo aspetto di rilievo emerso è la diminuzione rispetto ai rilievi della passata stagione balneare dei punti fortemente inquinati rilevati sulle spiagge calabresi. Mentre nei giorni scorsi su 24 punti esaminati sono stati rilevati solo 9 punti fortemente inquinati lo scorso anno sempre su 24 punti monitorati ne risultavano 18, il doppio.

Sul significato e rilevanza di questa diminuzione va considerato che i punti di prelievo e analisi di Goletta Verde avvengono solo in alcune delle aree non adibite alla balneazione e con divieto permanente di balneazione per inquinamento.

E quindi che nei giorni scorsi Goletta Verde ha rilevato che l’acqua marina è idonea alla balneazione in corrispondenza di 15 punti considerati non balneabili e con divieto permanente di balneazione nel Decreto emesso dalla regione Calabria.

Riguardo l’inquinamento in corrispondenza delle foci dei corsi d’acqua è da evidenziare che il prelievo effettuato dai tecnici di Goletta Verde alla foce del Fiume Crati a Cassano allo Jonio ha fornito parametri che rientrano, anche se «per un soffio», nei limiti di legge per la balneazione. Un fatto non da poco se si considera che si tratta del più grande e importante fiume della regione e che in corrispondenza delle foci dei fiumi esiste ovunque il divieto per inquinamento.

Rilevanza testimoniata anche dal fatto che i punti fortemente inquinati rilevati in Calabria sono di meno di quelli rilevati da Goletta Verde nella regione Liguria che ha molto meno della metà delle spiagge della Calabria.

Non oscurare questi dati non significa sottovalutare criticità e i problemi del mare sporco che si registrano per l’inefficienza dei depuratori e scarichi abusivi in particolare sul Mare Tirreno cosentino.

Anzi è vero l’opposto. Solo rappresentando l’intera realtà si possono comprendere entità e diffusione dei problemi e quindi favorirne la soluzione. È dannoso sottovalutare ma ancora più dannoso dire che tutto il mare calabrese è una fogna come invece accade in altre realtà.

Intanto è da dire che Goletta Verde rileva solo alcune delle tante criticità e aree con mare inquinato. L’insieme delle aree non adibite alla balneazione con divieto permanente di balneazione, come le cause e rimedi evidenziati ogni anno nei Rapporti sulla stato di salute dei mari degli «Amici Terra», sono molti di più dei 24 monitorati da Goletta Verde e riguardano alcune decine di chilometri.

In corrispondenza di queste aree non sono ancora esposti i cartelli con le dovute informazioni sulla qualità delle acque e sulle specificità e criticità di ogni singolo tratto di litorale.

Cartelli necessari per evidenziare sia le eccellenze dei circa 670 Km di spiagge naturali adibite alla balneazione con le acque più trasparenti e i fondali più sani della Penisola sia per impedire danni alla salute in corrispondenza dei tratti non adibiti alla balneazione localizzati alle foci inquinate dei fiumi, zone industriali, scogliere e porti con divieto di balneazione permanente per una lunghezza complessiva di circa 45 chilometri.

In gran parte dei comuni costieri si continua con le carenze informative e l’impossibilità per i bagnanti di individuare dove iniziano e terminano i divieti di balneazione e dove fare i bagni in sicurezza.

Nel contempo sui social si intensificano post sulle condizioni di trasparenza o sporcizia delle acque marine e su alcuni amministratori locali che, invece di agire per promuovere le risorse dei propri territori e per rimuovere le cause che sporcano il mare, mostrano immagini dei loro incontri per decidere di chiedere ad altri e alla magistratura di individuare chi inquina il mare.

Senza considerare che le competenze e responsabilità della gestione e del controllo del territorio, compresi gli scarichi che sporcano il mare, sono degli stessi amministratori comunali, che continuano ad ignorare l’ammonimento dei magistrati della Corte dei Conti della regione Calabria ribadito nella relazione su «la gestione delle risorse pubbliche finalizzata a prevenire l’inquinamento delle coste, a risanare le stesse, a migliorare la qualità delle acque destinate alla balneazione e a tutelare la salute pubblica».

In tale relazioni, tra l’altro, si denuncia che «le amministrazioni hanno mostrato una insufficiente consapevolezza delle proprie funzioni e competenze» e che «la protezione dell’ambiente e della salute pubblica impongono alle amministrazioni pubbliche di ridurre l’inquinamento delle acque di balneazione e di preservare queste ultime da un deterioramento ulteriore».

Le stesse amministrazioni pubbliche e l’insieme delle classi dirigenti non possono continuare ad ignorare che sui 716 km di costa della Regione, oltre ad una grande varietà di preziosi aspetti naturalistici ed ambientali, esiste uno dei più rilevanti patrimoni archeologici d’Europa.

Sui litorali jonici e tirrenici che circondano la Calabria tra l’VIII ed il V secolo a.C. sorgevano i più numerosi e importanti centri abitati della Magna Grecia come: Rhegion, Locri Epizefiri, Kroton, Kaulon, Sybaris, Petelia, Krimisa, Hipponion, Metauros, Medma, Laos, Thurii, Temesa, Terina e Scolacium.

Città-Stato con rilevanti opere portuali e attività economiche realizzate per secoli in equilibrio con gli assetti idrogeomorfologici del territorio e che hanno permesso di raggiungere elevati livelli di civiltà e le massime espressioni dell’ingegno umano.

Il prezioso patrimonio costiero disponibile, con le ricche specificità che lo caratterizzano, può e deve essere valorizzato attraverso interventi concreti. Interventi urgenti e coordinati dall’insieme della classe dirigente per impedire di considerare il mare «una discarica che tutti possono utilizzare pur di risparmiare soldi pubblici e privati» come evidenziato nella citata relazione della Corte dei Conti, e per favorire un futuro ai giovani che desiderano continuare a vivere nel territorio più favorito dalla natura e che ha dato il nome all’intero Bel Paese.
Mario Pileggi
Geologo – Consiglio Nazionale Amici della Terra


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